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PEARL JAM-discografia-ecc...., traduzione -testi-interviste

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marco.eddie
view post Posted on 20/10/2006, 11:21 by: marco.eddie




...INTERVISTE E DICHIARAZIONI
I Pearl sui loro fans / frecciatine dal vivo agli spettatori
“so il mio nome e se sapessi anche il vostro vi direi di chiudere quella cazzo di bocca!”
(Ed da l vivo – Atlanta GA – 4/94)
“sai cosa? Penso che sia un grande onore che le persone dicano che siamo la loro band preferita. La gente dovrebbe sapere che significa molto per me”
(intervista a Ed – Spin – 1/95)

“se vi fidate di me, se volete ascoltarmi...ma non dovete per forza...parlando per esperienza vi dico che le cose cambiano. Potete credermi, anche se non dovete per forza. Non cambiano per forza a meno che non siate voi a cambiarle. Il modo migliore per cambiare qualcosa che è intorno a voi, qualcosa che non vi piace, è cambiare voi stessi. E non penso che vogliate che altre persone vi cambino, penso che la persona che può cambiarvi siete voi stessi. Quindi se non siete felici, se leggete sulle riviste della Generazione X e pensate “sì, sono uno di loro” beh, affanculo. Non lasciate che nessuno vi dica chi siete. No, no. Nessuno può dirmi chi sono. Io posso dirvi chi sono, ma sarebbe una lunga storia. Potrei dirvi chi sono ma non basterebbe un Rolling Stone. Non basterebbe un video...è la mia vita, è la vostra vita. Siete gli unici a sapere chi siete. Spero che sappiate chi siete. Se non lo sapete, scopritelo. Perchè siete qualcuno. E probabilmente sto dicendo cose ovvie, ma ho pensato di farlo comunque. Quindi se pensate di avere un pezzo di nastro adesivo attaccato sulla vostra bocca, se pensate di non poter esprimervi, strappatevelo, parlate, dite quello che pensate, gridatelo, fateglielo sentire, gridatelo...”
“Ed dal vivo (durante Porch) – Randall’s Island, NY – 9/96)

“quello che è veramente triste di tutta la storia è che Beth ed io siamo il genere di peronse che ameremmo portare dei ragazzi, dei fans in casa nostra, sai, farli sedere e mettere su un disco sul nostro jukebox, quel genere di cose, ma non possiamo farlo adesso”
(intervista a Ed – Spin Magazine – 2/97)

“era la prima cosa alla mattina. Cercavo di arrivare prima che iniziassero a far entrare le persone...quindi era realmente come vedere l’evento, vedere lo show partire da zero, e mi ricordo che ero là con un paio di Vans e i calzoncini corti e una maglietta e mi sentivo come vulnerabile e tutti erano veramente rispettosi del mio spazio e mi stupivano di come tutti fossero disponibili ad ascoltare. È sempre toccante quando tu vuoi suggerire a qualcuno un problema su cui riflettere. Non dovrebbe esserlo ma lo è. Sai, la gente cerca sempre di infilare miti e bugie nel cervello degli altri, ed ecco qualcosa che è vero eppure tu non vuoi far parte dell’altra....di tutto il resto dell0’inquinamento là fuori. E loro erano come...tutti quelli con cui ho parlato erano veramente responsabili e aperti, credo che la cosa principale fosse vedere le loro band preferite e vedere cosa sarebbe potuto succedere musicalmente quel giorno, ma tutti erano veramente aperti e questo fu incoraggiante. È stato bello stare sull’erba con loro, sai, parlare con loro guardarli negli occhi piuttosto che immaginarsi come sarebbe stato stando sul palco o qualcosa del genere senza sapere realmente...è stato...sono stato scioccato da quell’esperienza, sai. Mi ha dato molta speranza e molta fiducia nel fatto che questa non è certo la generazione di buoni a nulla che è dipinta dai media”
(intervista a Ed – trasmissione TFC – 12/97)

“non sono sicuro di quello che hai detto, ma tu vuoi una mia scelta, il mio drink o il mio pisello (gioco di parole tra pick, drink e dick, NdA). Ora, ho delle scelte, e ho un po’ di birre, ma ho un pisello solo e me lo tengo così avrò qualcosa da fare in queste città fottutamente noiose come Kinoxville”
(Ed dal vivo– Knoxville, TN – 9/98)

“faccio musica per il bene della musica, e sono fiero della mia audience”
(intervista a Ed – New York Daily News – 8/99)

“mi piace che la gente analizzi il mio lavoro. Sono contento del fatto che a qualcuno interessi abbastanza da approfondire così tanto la cosa”
(intervista a Ed – New York Daily News – 8/99)

“se puoi dare la carica alle persone che ti ascoltano affinchè affrontino i loro problemi e capiscano le loro libertà, allora è una cosa veramente positive. Come artista, penso che tu abbia una responsabilità”
(intervista a Ed – New York Daily News – 8/99)

“ovviamente abbiamo rispetto per il pubblico. È quello che penso ogni volta che faccio parte del pubblico, sia ad uno spettacolo teatrale che nel vedere un film che nel leggere. Mi sento insultato se non sono rispettato come membro del pubblico”
(intervista a Ed – Sonicnet – 4/00)

“l’unico motivo per cui voi fate il coro con il mio nome è perchè sono l’unico nella band con un nome di due sillabe. Noi chiamiamo Stone Stoney. Così potreste cantarlo: “Stone-y, Stone-y”
(Ed dal vivo)

“non capisco se mi stai dicendo “ti amo” o “vaffanculo!””
(Ed dal vivo)

“voi non mi amate. Amate quello che credete che io sia e l’immagine che vi siete creati nelle vostre menti”
(Ed dal vivo)

I Pearl Jam sulla Breath Campaing (campagna di alcuni fans durante il tour del ’98 che si presentavano ai concerti con dei cartelli che chiedevano alla band di suonare Breath, NdA)
“la prossima canzone (Elderly Woman) contiene la parola “breath” se la cosa può servire...”
(Ed dal vivo – East Rutherford, NJ – 9/98)
“sì, stavo cercando di imparare a suonarla ma qualcuno mi ha fatto ingoiare una bottiglia di Viagra e mi ha tenuto occupato con qualcos’altro sei volte l’altra notte”
(Ed dal vivo – New York, NY – 9/98)

I Pearl Jam sul passato di Ed
“è arrivata con lo specifico intento di dirmi che quel tale non era mio padre. Mi ricordo che dissi “so che non è mio padre, è un fottuto stronzo”, e lei disse “Oh Eddie, non è veramente tuo padre”. All’inizio fui contento, poi lei mi disse chi era realmente mio padre. Avevo incontrato questa persona tre o quattro volte, era un amico di famiglia, una specie di amico distante. Morì di sclerosi multipla. Quindi quando lo incontrai lui era in ospedale. Aveva le stampelle, o forse era su una sedia a rotelle. C’era un pianoforte nella stanza, e mi ricordo che desiderai di saper suonare una canzone allegra. Fui felice per circa un minuto, poi crollai. Dovetti confrontarmi col fatto che mio padre era morto. Non era più su questo pianeta. Dovetti confrontarmi con l’essere furioso perchè non mi era stato detto prima, mentre era vivo. Ero un grande segreto. I segreti sono cattive notizie. I segreti sull’adozione, su quelle cose. Devono venire fuori, non teneteveli dentro. Diventano solo più grandi e più profondi e più oscuri e più brutti e più incasinati. Musicalmente, ho provato a pensare se avessi una meta, e credo che più di tutto sia lasciare qualcosa per mio figlio, se mai ne avrò uno che protrà sentirla. Io sono un junior. Il mio vero nome è qualcosa-qualcosa Terzo”
(intervista a Ed – Rolling Stone – 10/93) “mi addormentavo in classe e loro vollero tenermi una lezione sulle varie realtà della classe. Io dissi: “volete vedere la mia realtà?” così ho aperto lo zaino dove di solito tieni le matite. Era dove tenevo le bollette...bollette della luce, affitto...quella era la mia realtà”
(intervista a Ed – LA Times – 5/94)

“non ho conosciuto mio padre. L’ho incrociato un paio di volte”
(intervista a Ed – New York Daily News – 8/99)

I Pearl Jam sul famigerato articolo di Rolling Stone
“so chi sono, e non ho bisongo di leggere il punto di vista acido di qualcun altro sulla cosa”
(intervista a Ed – LA Times – 12/96)“che fossi così famoso lo scopro adesso. Devo aver avuto un gruppo di amici di cui non ero a conoscenza. Non credo che sia andata così. Forse un bel po’ di persone non dicevano di essere miei amici”
(intervista a Ed – LA Times – 12/96)

I Pearl Jam sul diventare idraulici
“voglio dire, ho veramente iniziato a considerare la possibilità. Ma fortunatamente – per me e per le persone nel mondo con tubature rotte e bagni intasati – ci furono alcune opzioni che potemmo esplorare per avere la nostra tranquillità mentale e continuare a fare musica”
(intervista a Ed – Kerrang! – 1/98) “ma sono sicuro che ci sono degli idraulici liberi. Potremmo iniziare una nuova generazione di idraulici – sai, la Scuola Idraulici Eddie Vedder, che rifiuta di seguire le regole convenzionali del sistema. Ma ricorda che se vuoi iniziare devi sempre mostrare la parte alta delle chiappe – questa è la regola d’oro che non puoi ignorare”
(intervista a Stone – Kerrang! – 1/98)

I Pearl Jam sull’anno 2000
“se pensate che gli squali sono in giro da 60 milioni di anni, perchè fare tutto questo casino per soli 2000 anni?”
(Ed – Newsletter del Ten Club #14 – 3/99)
“il 2000? Il millennio...non crediate a tutto questo casino...zero-zero...00...ha il potenziale per un nuovo inizio...uno stato di pulizia...un bel foglio di carta bianca, al contrario di quello odierno con scarabocchi ovunque...”
(Ed – Newsletter del Ten Club #14 – 3/99)

I Pearl Jam sulle canne e l’alcohol
“fumo erba, ma non inspiro”
“Ed dal vivo – Randall’s Island, NY – 9/96)
“ho iniziato bevendo thè oggi, ma alla fine mi sono spostato sul vino perchè ho la sensazione che qualcuno di voi ha il controllo della mia mente”
“Ed dal vivo – Buffalo, NY – 10/96)

I Pearl Jam sull’essere amici di Ed
“Eddie sta cercando un nuovo migliore amico, quindi abbiamo deciso che sarà il primo concorso
che faremo quest’anno, vincere la possibilità di essere il miglior amico di Ed! Il vincitore si trasferirà nella casa affianco alla sua e si presenterà a chiedere dello zucchero, ma dovrà anche ascoltare tutte le sue storie...”
(intervista a Stone – Kerrang! – 1/98)

“...e prometto che il vincitore cercherà di scappare in meno di un giorno!”
(intervista a Ed – Kerrang! – 1/98)

I Pearl Jam sugli scontri al WTO (World Trade Organisation NdA)
“sono stato veramente orgoglioso della nostra città. Voglio dire, non ero sicuro di quello che sarebbe successo, ma si è rivelata una cosa veramente positiva. È importante che le persone si siano sentite motivate a causare un tale casino, perchè ti fa impazzire pernsare che stai pensando alle cose in maniera diversa da tutti gli altri”
(intervista a Ed – NME – 5/00)
“l’anarchia della cosa è stata grandiosa. Penso che sia stato eccezionale”
(intervista a Matt – NME – 5/00)

I Pearl Jam su cose varie....
“non ho mai creduto in un Dio per molto tempo. Ho sempre pensato beh, se esiste lo saprò quando sarò morto. Ma qualcuno si stà veramente preoccupando che tutto sia ok. So che tutto ciò che ha portato a questo, tutte le cose dolorose che sono successe, sono successe per una ragione. Questo è meglio di tutte le altre cose che abbiamo mai fatto. Voglio dire, non sono mai stato in una situazione come questa prima. Mai. Qualcuno ci sta aiutando, non c’è altro modo di spiegare tutto ciò”
(intervista a Jeff – Rolling Stone – 10/91)
“sono una ciambella”
(Ed dal vivo in Germania – 11/96)

“ho imparato da quell’arte marziale, il Jett Kune Do. Sai quando qualcuno ti viene addosso e tu usi la sua energia affinchè lui si metta al tappeto da solo. Non combattere contro cose che sono molto più grandi di te, fai rimbalzare tutta l’energia e lascia che la cosa cada da sola”
(intervista a Ed – Spin Magazine – 2/97)
“se non ci piace, non lo facciamo. Sono fiero di questa cosa”
(intervista a Ed – Spin Magazine – 2/97)

“ci stiamo divertendo un sacco in questo periodo”
(intervista a Stone – Spin Magazine – 2/97)

“si parla un sacco del fatto che voi sarete al raduno domani e che veniate qui solo per la musica...non importa. Quello che importa è che abbiamo i vostri soldi”
(Ed dal vivo– TFC – 6/97)

“fare qualcosa di nuovo con persone diverse ti fa vedere i tuoi punti di forza e, ancora più importante, le tue debolezze”
(intervista a Ed – Kerrang! – 1/98)

“a volte sei chiuso nella tua band e capisci che hai bisogno di essere diverso – sia su un piano musicale che personale”
(intervista a Ed – Kerrang! – 1/98)

“comportatevi da rock stars, non come il Presidente”
(Ed dal vivo – Noblesville, IN – 8/98)

“vogliono che i vostri genitori vengano con voi ai concerti rock, in caso qualche ragazzo tiri fuori il suo pene o cose del genere. È rock and roll. Dovremmo essere liberi di farlo. Dovrei poter mostrare il mio pene. È rock and roll”
(Ed dal vivo – East Lansing, MI – 8/98)

“ascolti questa roba…non so. Voglio dire, tante cose sono vere. Sono serio. Affonto la musica seriamente. Ma non è come andare in un posto e restarci”
(intervista a Ed – New York Daily News – 8/99) – non ho idea di cosa voglia dire, NdA

“è come la storia della notte in cui si sono incontati Jimi Hendrix e Jim Morrison. La gente dice “vorrei che ci fosse una registrazione”. La tua immaginazione ti porta a pensare di tutto, le cose più incredibili. Ma nella realtà probabilmente è stato più una serie di blues scadenti da ubriachi. L’idea della cosa, l’immaginazione è meglio”
(intervista a Ed – New York Daily News – 8/99)
“forse tornerò a scuola. Adoro suonare nei Pearl Jam e mi sento fortunato, ma voglio prendere il diploma. Probabilmente studierò storia e letteratura. Niente matematica, questo è sicuro”
(intervista a Mike – Boston Globe – 2/00)

“adoro i bootlegs! Li ho sempre collezionati, ne ho circa 400 dei Rolling Stones”
(intervista a Mike – Guitar World – 7/00)

“nel senso generale del significato delle cose, siamo solo di passaggio. Mi sento molto insignificante – e mi piace. È molto realistico. Voglio dire, se vedo un gruppo di formiche – diciamo che stanno portando il cadavere di un’ape fuori da una zanzariera – mi metto e le osservo lavorare per un’ora. Lavorano tutte per il medesimo obiettivo. Mi sento un po’ come uno di loro. “ok, almeno so so cosa ci faccio qui, e non è niente di così importante”. È molto rilassante. E cerchi di fare delle cose buone all’interno di questa cosa. Sono felice di poter comunicare in quanto piccolo essere umano con un cuore fragile e un cervello discutibile”
(intervista a Ed – Revolver – 8/00)

“ho dovuto riportare i pantaloni con le spaccature sulle chiappe al noleggio dopo lo show...erano freddi ma anche caldi”
(Mike – BBS Sinergy – 1/01)

“(sul recente terremoto a Seattle) ero fuori a fare una camminata con mio figlio e non mi sono accorto di un accindente. Dopo un po’ mia moglie è arrivata in macchina e ha detto “non hai sentito il terremoro?” quindi me lo sono perso e sono fregato ragazzi! Perchè sembra che sia stato veramente grosso. Ma siamo stati fortunati perchè avrebbe potuto essere peggio. Abbiamo un sacco di strutture vecchie e pericolanti qui a Seattle che sono veramente sul confine”
(intervista a Matt – Launch – 3/01)

“sarò lì per te baby”
(Stone – Single Video Theory)



ed ancora

...VITA
Sulle interviste
Quando vi viene voglia di mandare tutto affanculo ricordatevi: vievere è la milgiore vendetta.
(Intervista - 04/94)
Ed

Vogliamo che riguardi la musica. Delle altre cose non ci importa.
(Intervista – Spin Magazine – 2/97)
Ed

Nah, è una cosa facile quando non hai fatto interviste per anni.
(intervista – Kerrang! 24/1/98)
Ed

Siamo come Sting con la sua vita sessuale. Ci siamo astenuti per quattro anni, solo così possiamo darti il massimo piacere a te come intervistatore!
(intervista – Kerrang! 24/1/98)
Stone

Non è che non vogliamo parlare con nessuno. E’ che non vogliamo parlare con qualcuno per una giornata intera. Decidiamo noi cosa riteniamo essere ragionevole.
(Intervista – Revolver – 8/2000)
Stone

E’ spaventoso quando cominci a percepire quello che dice la stampa – un’intervista o quello che la gente dice del tuo disco – come se fosse una cosa reale. O avere a che fare con la stampa perché senti il bisogno di proiettare la tua personalità nei media. Puoi davvero cominciare a pensare che tu te lo meriti. Devi scendere a patti col tuo ego, devi capire dove si trova la realtà, ed è dove finisce il tuo ego. Per me è stato strano.
(Intervista – Revolver – 8/2000)
Stone

Non mi da fastidio parlare con la gente. Non mi da neppure molto fastidio fare le interviste, mi da fastidio come tutto è organizzato e codificato. E’ quasi come essere nell’esercito. Non mi piacciono le regole ed i regolamenti.
(Intervista – NYRock – 8/2000)
Ed

Sui rapporti interni al gruppo
“Quando abbiamo cominciato, penso che abbiamo fatto un anno intero di concerti, e questo ci ha fatto impazzire. Te ne stai seduto, chiedendoti se ti meriti di stare nel gruppo, se il successo non sia stato solo un colpo di fortuna. Man mano che diventavamo sempre più grandi, dimenticarsi le preoccupazioni era una grande scusa per me per fare sempre più baldoria. Era diventato così grave che pensavo che mi avrebbero buttato fuori.
(Intervista - LA Times – 22/12/96)
Mike
Il successo ci è piombato addosso in maniera così rapida che c’è voluto un certo tempo per ritrovare un nostro equilibrio, per superare tutti i litigi e gli scontri tra noi, e stiamo ancora imparando.
(Intervista - LA Times – 22/12/96)
Stone

“penso che abbiamo i,arato qualcosa sulle relazioni durature e sul rimanere insieme, e mi fa piacere… C’è stato un momento ai tempi di Vitaloy quando non sapevo se i Pearl Jam avrebbero avuto un futuro. Ora siamo davvero un gruppo. Abbiamo capito che grande opportunità era far musica insieme e non volevamo sprecarla.
(Intervista - LA Times – 22/12/96)
Stone

Penso che dire “Non vogliamo più fare concerti, non possiamo più fare interviste, non possiamo fare cinque video per questo album” era l’unico modo in cui potevamo tutti andarcene a casa, non fare niente per un po’ e quindi ritrovare un po’ di eccitazione nel ritrovarsi e nello scrivere canzoni. Questo è il genere di cose che ti distrugge.
(Intervista – Addicted to Noise – 2/97)
Jeff

Credo che noi stiamo continuamente lottando per trovare un equilibrio. Ci sono periodi molto evidenti con il gruppo in cui tutto è stato buttato fuori, dove le cose sono impazzite, dove tu te ne sei andato e non c’è nulla che ti posa riportare per terra. Di conseguenza, ci sono periodi in cui abbiamo bisogno di isolarci, per capire che cosa stiamo facendo delle nostre vite.
(intervista – Spin Magazine – 2/97)
Jeff

Penso che l’unico modo per superare questi momenti fosse di controllarli
(Intervista – Addicted to Noise – 2/97)
Jeff

ma io mi sento come se avessi attraversato il fuoco – specialmente dopo aver smesso di fare interviste e video – e le cose hanno cominciato ad aggiustarsi. Tutti hanno cominciato a sentirsi come “Dio, non stiamo facendo quelle cose e tutto va ancora bene. Possiamo ancora fare dischi, e potremmo non vendere così tanto come prima, ma tutto il resto sembra perfetto.”
(Intervista – Addicted to Noise – 2/97)
Stone

C’è stato un periodo in cui non sapevamo se avremmo voluto continuare. Ma penso che tutti ci siamo sentiti bene, sia come persone che come gruppo, negli ultimi tre anni. C’è ancora qualche problema qua e la, ma…
(Intervista – Kerrang! – 24/1/98)
Ed

La nostra strategia è sempre stata “Dimentichiamoci di tutto tranne che della musica e vediamo dove questo ci porta.” Ci ha portato a suonare insieme, e, anche se dobbiamo continuare ancora a lavorare su alcuni dei problemi che ci tormentavano prima, almeno siamo riusciti a metterli a fuoco. E come risultato molta dell’attenzione e delle altre cose è diminuita.
(Intervista – Kerrang! – 24/1/98)
Stone

Quello che da a questo gruppo una certà da di sanità mentale è il fatto che puoi evaderne.
Puoi andartene e passare un mese o due a fare qualcosa di totalmente diverso. Ma noi comunque facciamo sempre progetti per rincontrarci quando ce ne andiamo. E quando ci ritroviamo tutti insieme, è sempre molto bello. Se fossimo sempre insieme, questo probabilmente non accadrebbe.
(Intervista – Kerrang! – 24/1/98)
Stone

Sai, è ancora abbastanza eccitante quando ci ritroviamo tutti e cinque nella stessa stanza dopo un mese. E’ come se il monte Rushmore fosse finito (dove ci sono le facce dei presidenti)
(Intervista – Kerrang! – 24/1/98)
Ed

Nel mio primo tour con i Pearl Jam siamo andati in Australia, Estremo oriente, Giappone e nuova Zelanda. Prima di partire ero eccitatissimo di andare a suonare in questi posti fantastici per così tanta gente. Abbiamo fatto bene musicalmente, e penso di aver suonato bene, ma tutti i problemi personali che avevo prima, questa vita chiusa, sono rimasti. Non se ne sono andati; Non se ne vanno col successo. E quando siamo rientrati dal tour, ero allo stesso punto di prima, esausto e collassato mentalmente.
(intervista – Modern Drummer – 6/98)
Jack

E molto più democratico ora. Se Ed volesse che facessimo un album solo di sue canzoni probabilmente lo faremmo. Ma è molto meglio per il gruppo se ricambia il nostro rispetto.
(Intervista – Boston Globe – 14/5/2000)
Jeff

Stiamo attraversando un buon periodo e probabilmente suoneremo otto di queste nuove canzoni in concerto, Per noi è come una rinascita. So che sembro gli Spinal Tap, ma sono davvero eccitato. Fa sempre bene allargare i propri confini.
(Intervista – Boston Globe – 14/5/2000)
Mike

Impari a scegliere le tue battaglie, e a non esagerare nella reazione fino a quando non sai quale sia la situazione. Mi ricordo che c’era una canzone su cui stavamo lavorando – una che avevo scritto io – ed ero nel sotterraneo a scrivere il testo e chiesi a Jeff di suonarla in modo diretto, piano, Strimpellandola e tenendola piana perché questo è il modo in cui il basso va suonato. Così sono tornato nello scantinato per scrivere qualcosa e potevo sentire il basso ed era pazzesco, qualcosa come otto note in due battute… Stavo pensando “Che cazzo sta facendo? Cristo, come se non l’avessi guardato negli occhi e non gli avessi chiesto di farla semplice.” Ero sempre più incazzato così ho fatto le scale e loro stavano risuonandola, e c’era solo questo piccolo pezzo, questo piccolo pezzo che continuava a ripetere. E sono così contento di non essere corso su urlando “che cazzo?!”, perchè quella parte era bella, sai, era grande.
Intervista – CMJ – 7/2000)

Non so se abbiamo deciso consciamente di ritirarci, aveva più a che fare con la nostra sopravvivenza. Sette, otto anni fa, era difficile comunicare tra di noi – o solo avere la voglia di comunicare. Era come essere in un circo. Qualcuno che non conoscevi veniva a pranzo con te e ti diceva perché non gli piacevi tu, o qualcun’atro del gruppo, o il gruppo in se stesso, o l’intera scena di Seattle, o qualunque cosa. Era naturale voler ritirarsi da quello. Ora ci concentriamo di più sul fare e sul suonare la musica.
(Intervista – Revolver – 8/2000)
Mike

Dopo l’iniziale popolarità del gruppo, non abbiamo dovuto basare le nostre decisioni sul fare soldi o sul continuare ad avere lo stesso successo commerciale che avevamo avuto. Sono sicuro che qualcuno vorrebbe che noi potessimo vendere più di un milione di dischi, ma per noi questo è un successo enorme. Avere la possibilità di fare la musica che vogliamo di fare in modo che il processo di composizione e registrazione non sia contaminato dal pensiero del successo commerciale, ci sentiamo incredibilmente fortunati. Non sottostare al gioco del marketing, così semplicemente approfittiamo di questa opportunità. Sarebbe una vergogna sprecarla. Non penso che rientreremo mai in un giro di quelle dimensioni, preferirei diventare ancora più piccolo. Non voglio essere sulla bocca della gente sempre, così almeno quando sento qualcuno criticarci per essere così famosi o per aver distolto l’attenzione dalla musica indipendente che è meglio della nostra – cosa su cui potrei essere d’accordo – almeno posso dirgli “fottiti, potremmo essere ovunque, ma abbiamo deciso di non esserlo”
(Intervista – Revolver – 8/2000)
Ed

Sull’essere al centro dell’attenzione
la musica è arte. E’ quello a cui sono legato. Non sono legato al pensiero di un qualunque tipo di celebrità o di popolarità di massa… è qualcosa che non mi è facile sopportare. Non è tanto il perdere il controllo della tua arte, penrchè, anche se ne hai il controllo come noi, dipende comunque da come la gente la interpreta. Ora improvvisamente la interpretano come qualcosa che deve essere popolare. Così mi preoccupo. Sono più apprensivo nei confronti del successo che felice. Ti esalti per cinque minuti e poi torni alle tue cose, prosegui col prossimo lavoro. Se ti esalti al punto che diventi la fine del tunnel diventa ridicolo. Non dovresti mai pensare “ah ce l’ho fatta”. Alla fine dovresti essere capace di creare per tutta la tua vita.
(Intervista – Downtown Editino – 22/8/92)
Ed
Ho alcuni amici che mi chiamano e mi dicono che hanno sentito una nostra canzone alla radio, e l’unica cosa positiva a cui penso è “Bello!” Perché ogni tanto, quando viaggio e vedo qualcosa che me li ricorda penso a loro. Così se la canzone alla radio ed il sentire la mia voce li fa pensare a me, questo è bello, ci stiamo pensando. E’ una cosa totalmente personale. Non ha nulla a che fare con “Siii, mi trasmettono alla radio, sto diventando una grande star.”
(Intervista – Revolver – 8/2000)
Ed

Il successo, mi sento come se tutti gli altri nel gruppo fossero molto più felici di me al riguardo. Fortunati loro. Si trovano a loro agio, gli piace anche. Io non ci riesco. Non è che pensi di essere migliore di loro. Non lo so. Semplicemente non sono così felice. Quello che mi piace è vedere la musica, avere la possibilità di guardare. Guardare Neil Young. O Riuscire a vedere I Sonic Youth da un lato del palco. E’ questo che mi piace. La musica è uno strumento così incredibilmente potente con cui raccontare una storia. Ma la cosa migliore è che devi avere il volume. Devi suonarla ad alto volume. Farei qualunque cosa per essere nella musica. Non devi neppure pagarmi.
(Intervista – Rolling Stone – 28/10/93)
Ed

La gente pensa che tu sia una grande persona che ha tutte le risposte perché sei riuscito a mettere i tuoi sentimenti in qualche canzone. TI scrivono lettere e vengono ai tuoi concerti o persino a casa tua sperando che tu possa risolvere tutto per loro. Ma non possiamo… perché non riusciamo neppure a risolvere tutti i nostri problemi. Quello che non capiscono è che non puoi savare qualcuno dall’affogare quando tu stesso stai inghiottendo acqua.
(Intervista - LA Times – 1/5/94)
Ed

Ti da fastidio. Fai di tutto perchè queste cose non ti tocchino, ma quando la gente parla male di te senza conoscerti, fa male. E’ cambiato molto, e negarlo sarebbe ridicolo. Ma nello stesso tempo penso che che l’abbiamo affrontato abbastanza bene
(Intervista – Rolling Stone – 5/5/94)
Jeff

Giorni Buoni, giorni cattivi. Qualche volta penso quanta strada ho fatto da quando ero un ragazzino seduto sul letto a San Diego a scrivere Better Man e a chiedermi se qualcuno l’avrebbe mai ascoltata. Ma ci sono momenti in cui tutto mi sembra troppo.
(intervista – LA Times – 22/12/96)
Ed

Mi piace il mio lavoro. Sono molto contento di averlo. Molta della fama e delle cose che le girano attorno sono stupide a volte, ma non vorrei fare nient’altro. Questo è quello che ho sempre voluto fare, così credo di essere stato piuttosto fortunato.
(Intervista – Addicted to Noise – 2/97)
Mike

Ho rischiato di scottarmi anch’io. Qualcuno che dice “oh si, sono tuo amico, e farò tutto” e poi, un anno dopo, scopri che stanno raccogliendo storie per scrivere un libro su di te.
(Intervista – Addicted to Noise – 2/97)
Jeff

E poi ci sono degli aspetti a cui tu non puoi essere assolutamente preparato. Non c’è modo per cui tu possa essere preparato a trovarti in una drogheria alle 10 di mattina ed avere un gruppo di persone che corrono da te per chiederti l’autografo. Specialmente se sei stato in quel quartiere per 10 anni, e tutto ad un tratto una mattina ti succede. Dici “che cos’era? Cos’è cambiato negli ultimi due mesi? Saranno state tutte quelle copertine, tutti quei video o cosa?”
(Intervista – Addicted to Noise – 2/97)
Jeff

Non pensiamo di doverci giustificare per qualcosa. Sappiamo da dove veniamo, e poi viene travisato, o la gente non capisce certe cose, come ad esempio perché non hai potuto suonare a San Francisco, o perché non sei apparso su quel canale musicale. Ti senti di dover rispondere a tutte queste domande, ma poi capisci che sono cose che passeranno. Fino a quando rimani concentrato sulla musica, tutto il resto non conta.
(Intervista – Spin Magazine – 2/97)
Ed

Quando comincia provare a vivere nel modo in cui immagini che la gente pensi – un vero circolo vizioso – allora puoi davvero cacciarti nei guai e finire a comportarti in modo disfunzionale.
(Intervista – Kerrang! – 24/1/98)
Stone

E’difficile da credere, ma il punto di massima popolarità può essere anche il punto più basso per te personalmente.
(Intervista – Kerrang! – 24/1/98)
Ed

Essere un musicista per me è naturale, ho sempre saputo e voluto esserlo. La parte difficile è stata essere una rock star. Non lo capivo, Non capivo tutta quell’attenzione. Era come se non potessi farci nulla. Perdi la tua privaci. Perdi la tua capacità di osservare le situazioni senza cambiare semplicemente entrandoci
(Intervista – New york Daily News – 10/8/99)
Ed

Ho smesso molto tempo fa di provare a controllare la mia immagine
(Intervista – New york Daily News – 10/8/99)
Ed

Non mi da problemi che l’essere considerati come degli stronzi senza umorismo mi dia la possibilità di entrare in un bar e sedermi in un angolo senza che qualcuno venga a salutarmi. C’è un bel campo di forza che ne deriva.
(Intervista – gorge – 6/2000)
Ed

“A quel tempo ero incredibilmente infelice nella mia vita privata. Suonare col gruppo era l’unica cosa che facevo, poi andavo a casa ed ero incredibilmente solo – Tutto quello che volevo era uscire ancora. Mi ha fatto andare fuori di testa.
(Intervista – revolver – 8/2000)

Sull’industria musicale
Avevamo appena fatto quel fantastico concerto ed era reale. Poi siamo entrati in quella discoteca con poster dei Pearl Jam appesi dappertutto, piena di gente che ti stringeva la mano –“Hey, questo è Barney, ogni volta che vede un vostro disco lo mette li.” Ed è andato avanti per ore. C’erano dei miei amici in un angolo che ridevano di me, ed io pensavo “ragazzi, andate a fanculo, non è divertente.” Per me non era per nulla divertente. Non c’entrava nulla con la musica. Era qualcosa di diverso da quanto avessi mai affrontato nella mia vita, e non voglio mai più affrontarlo.”
(intervista – Rolling Stone – 31/10/91)
Ed
 
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