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PEARL JAM-discografia-ecc...., traduzione -testi-interviste

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Laura Roma
view post Posted on 8/3/2007, 09:23 by: Laura Roma




SE CI RIESCO VI POSTO QUALCHE INTERVISTA.

GIUGNO 1994

L'INAFFERRABILE EDDIE

Dopo essersi visceralmente attaccato alla coda dei giornalisti per il debutto dei Pearl Jam, Ten, e per il successivo Vs, che ha ottenuto uno strepitoso successo e' sembrato come se Eddie Vedder avesse portato a termine il suo compito di confondersi con la stampa. Nonostante fosse ispirato, ma allo stesso tempo imbarazzato, dalla copertina di Time che lo ritraeva in proporzioni gigantesche, bisognava riconoscere che il suo timido e vago modo di parlare pieno di saggezza e' entrato profondamente nella psiche degli hippies, dei metallari, degli yuppie e della stampa. Le domande su come faccia Vedder a mettere insieme tutte queste categorie di persone e perche' si isoli sono in cima alla lista di domande di ogni giornalista intenzionato ad intervistarlo, anche in quella dello sconosciuto di Russel Spring nel kentucky, che lavora per un settimanale con una diffusione di 5000 copie. In occasione del concerto dei Pearl Jam a Louisville, alla fine di marzo, ho avuto la possibilita' di rubare qualche momento al telefono con la star piu' circospetta che ci sia. Dopo ripetuti tentativi per agganciare l'addetto stampa e il menager del gruppo, sembrava, ancora una volta, che tutto si risolvesse con una spedizione di qualche recensione discografica e di qualche foto. Poi, in un grigio pomeriggio di un weekend, approfittando delle tariffe piu' basse, decisi di lasciare con rammarico un "grazie", comunque, nella segreteria telefonica di Kelly Curtis, manager dei Pearl Jam. Ma invece di trovare un nastro che mi spiegava che l'ufficio sarebbe rimasto chiuso fino al lunedi seguente, con sopresa ricevetti in risposta una voce che diceva "Hello!". Informai quel povero ragazzo che stavo cercando il menager del gruppo. "Mi dispiace, non e' qui - rispose. Io sono Eddie!". Mentalmente stramazzai al suolo poi' riusci a dire: "Mi trovo nel Kentucky e sono a quattro gradi sotto zero. Vorrei una breve intervista con te". "Hmmm" disse Vedder mentre si sentiva sullo sfondo lo squillo di un altro telefono. "Oh...oh...aspetta un attimo. Devi riattaccare un secondo" Rimasi in sospeso un minuto prima di riattaccare. Forse mi prendeva per il culo. Cinque minuti dopo riprovai. " E' ancora il Kentucky?". Ebbi la sensazione, attraverso il telefono che sorridesse.

Sto chiamando da un paesino del Kentucky e vorrei sapere se hai qualche consiglio da dare ai giovani.
"Penso spesso quanto sia diversa la gente che vive nelle piccole citta'. Credo che tutti pensino che l'edonismo e i suoi aspetti principali legati alla nostra cultura siano di proprieta' esclusiva di grandi metropoli come New York o Los Angeles, dove ci sono le cose piu' strane. Una cosa che mi spaventa e mi rende terribile l'idea della Middle America. E' il modo in cui i talk show trattano determinate categorie di persone. Certi individui e certe circostanze che puoi vedere in TV in quella specie di carnaio lurido che sono alcune trasmissioni popolari come Hard o Lurd Affair o come caspita si chiamano. E cioe' mettere in piazza i problemi quotidiani o i rapporti interfamiliari o i fatti criminosi. Quando sei a Los Angeles e vedi queste cose in TV dici: Quanto e' strana questa gente!" Tutto questo puo' essere scioccante".

Ci sono cosi' tanti stereotipi che in qualche modo deformano quest'area geografica del Paese, non trovi?
"Senti, se vuoi andare davvero alla ricerca della verita' non devi essere costretto a vivere in citta' di qualsiasi dimensione. I giovani che vivono in campagna non devono vivere le stesse emozioni di quelli che vivono nelle citta' anche se in fondo potrebbero essere le stesse. Ho viaggiato molto e da quanto ho potuto vedere negli altri paesi, nelle altre lingue, nei modi di fare e di dire, tutto, in fondo, si riduce alla stessa dimensione, tutti condividono lo stesso filo comune".

Da queste parti la gente prende in giro chi segue il rock o la musica grunge. Qui e' il dominio della musica country, capisci?
" In citta' piu' piccole, che possono essere messe a paragone con New York, non sei davvero stimolato a comportarti in maniera diversa da quella che viene definita la norma. Non puoi essere strano. E se non sei normale, puoi anche avere delle noie. Essere additato per i tuoi vestiti, per i capelli o per la musica che ascolti. E' davvero oppressivo sentisi puntato solo per questo. Ma devi decidere di essere quello che vuoi essere e devi andare avanti. Finirai per sentirti piu' libero. Poco per volta e proprio per questo . Comportandoti in questo modo esprimerai la tua personalita' come individuo - non necessariamente come membro di un gruppo. Tutto questo puo' provocare rabbia e felicita', ma ti fara' certamente sentire piu' vivo dentro".

Sarebbe bello per la maggior parte dei ragazzi di provincia avere la possibilita' di afferrare un lampo di luce di vita oltre quella solita musica. Io devo guidare almeno due ore in qualsiasi direzione prima di arrivare a poter comprare una rivista che mi interessa, o un vestito o un disco o uno strumento per suonare.
" E' vero, in alcune zone d' America e' difficile procurarsi cio' che interessa sulla musica o i giornali che si amano di piu', Qualche volta e' persino impossibile. La gente che vive nelle zone rurali non ha la possibilita' di accesso a questa cultura. Sia che suoni le tue canzoni di fronte a venti persone in una saletta qualsiasi o di fronte a ventimila in uno stadio, bisogna comunque essere sempre se stessi. Resto affascinato dalle lettere che mi arrivano da musicisti che vivono in piccole citta'. Vogliono allo stesso tempo rimanere li ed essere un grosso pesce in un piccolo stagno, oppure se ne vogliono andare per sempre in un posto grande. Io dico, uscite fuori. Fatelo davvero. Guardate quello che c'e negli altri stagni oppure provate a navigare in un oceano.

Sono cambiate delle cose da quando i Pearl Jam hanno fatto un salto nell' oceano?
Le cose cambiano sempre. Non opponete resistenza allora. Quando hai una simile reazione alla tua musica non importa se lavori in una stazione di benzina o sei una persona di successo. Piu' grande e' la ricompensa maggiore sono i problemi. Ma il cambiamento e' certamente qualcosa che tutti noi cerchiamo in qualche modo di tenere lontano prima o poi. Tuttavia questo discorso non implica il compromesso. E' chiaro che le cose sono cambiate per i Pearl Jam ma noi non abbiamo iniziato come una band che non aveva successo; non abbiamo mai tradito la nostra musica e le nostre convinzioni. Il nostro pubblico e' cambiato perche' e' cresciuto , nel frattempo. E adesso molta piu' gente puo' dividere tutto questo con noi. Non molto tempo fa di noi si poteva leggere solo nei giornaletti underground mentre adesso siamo considerati una specie di boccone succulento, addirittura uno status quo. Qualche volta comincio a crederci anch'io ma poi mi vengono in mente quelli che non hanno accesso a questo genere di musica, penso a chi non sa nulla di noi e mai lo sapra'."

E allora che cosa possiamo fare noi in questo mondo quando la musica si ferma?
"Molto. E' molto importante. Ogni giorno ci svegliamo e contribuiamo a creare il nostro ricordo. Noi dobbiamo dare il meglio di quello che possiamo, anche se solo per un giorno. Scopri quali sono i tuoi fini e cammina, va avanti verso quello scopo, passo dopo passo. La tua felicita' e il controllo formano la responsabilita'. Bisogna lavorarci su. Devi dare tutto cio' per te stesso. Non ti abbattere, non ti intristire. L' ho imparato su me stesso. Una volta credevo di essere schiacciato dalle situazioni ma quando ho deciso di affrontare con responsabilita' la vita allora sono diventato molto piu' libero."

Non ce' molto tempo da specare.
" Abbiamo un solo viaggio di andata nella nostra vita o - chissa' - ce ne saranno altri, in altri momenti. E' come un viaggio con l'acido, almeno credo. La cosa principare resta comunque questo viaggio, sono sicuro. E noi dobbiamo fare in modo che sia il migliore dei viaggi possibili."

Vorrei ringraziarti per la disponibilita'. Forse non avresti dovuto prendere questa telefonata.
" Beh, congratulazioni, sono settimane che vado scappando da Rolling Stone che mi vuole intervistare. Puoi farmi un favore? Cerca per cortesia di ridurre le mie fresi nel modo piu' conciso pissibile. Spesso ho il vizio di dilungarmi sulle cose".

Faro' doppia attenzione.
Grazie Cindy. Forse potremmo non vederci mai piu' in questa vita, ma voglio comunque augurarti la piu' grande felicita'"

Grazie molte. Un' ultima domanda: ma tu sei felice?
"Hmmmmmmm....Sto nuotando nell' oceano".

Ho scoperto cosi' che Eddie Vedder e' proprio un tipo speciale di ragazzo. Un vero amico. Un girovago. Una superstar. E cosi' se tu sei un fan dei Pearl Jam o soltanto uno che si sente un disadattato se pensi che nessuno si preoccupi di te e nessuno ti ascolti mentre gridi in mezzo ad un campo, allora, questo ragazzo di nome Vedder, beh, e' proprio come te.

Edited by Laura Roma - 8/3/2007, 09:35
 
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