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vovox
view post Posted on 7/6/2007, 10:16




Consiglio vivamente di ERRI DE LUCA "Opera sull'acqua, Einaudi, 2002"
ecco una delle poesie contenute:

Valore
Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finchè dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente
e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido,
chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov'è il nord,
qual'è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato,qualunque colpa sia.
Considero valore l'uso del verbo amare
e l'ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.
 
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view post Posted on 7/6/2007, 17:52
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grande ......in questa poesia cè tutta l'essenza della vita ....è troppo bella ....
 
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BlackGlamo
view post Posted on 23/7/2007, 21:51




momentaneamente leggo...
un ragazzo - hornby
 
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view post Posted on 2/1/2008, 13:21
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mia nipote arianna per natale mi a regalato GOMORRA SCRITTO DA ROBERTO SAVIANO ...il suo primo libro ...... devo dire che non leggevo da tempo un libro ...molto bello forse perche mi interessano certe tematiche di denuncia ....è un libro crudo anomalo e potente che racconta la sua esperienza perche cresciuto nella zona dove vigila la camorra ........ sono a meta libro .......... cazzo ci sono dei racconti vissuti da saviano in prima persona che ti lasciano non so come dirla ...SCONVOLTO ....raccapricciante il racconto sui i visitors (tossici) che sono le cavie per il taglio delle droghe dei boss del quartiere secondigliano ....
 
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GruppoPennyMarket
view post Posted on 2/1/2008, 14:13




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Il lettore troverà nella poesia che da il titolo al libro l'idea che ha Bukowski della scrittura e del proprio mestiere. "E così vorresti fare lo scrittore?" La voce dell'autore inaugura il registro rude ed eccessivo, ironico e provocatorio per cui tanti lettori lo amano. Se l'impulso a scrivere non esplode all'interno di te, se non ti viene da mente, cuore, bocca, viscere, se non è come un sole che ti brucia dentro, meglio lasciar perdere. Un vitalismo disincantato e romantico, pragmatico e ribaldo corre per queste pagine. Il lettore vi troverà paesaggi urbani desolati, invettive crudeli ed esilaranti (vedi quella contro Fred Astaire), massime perentorie e sublimi su come può passare utilmente il tempo libero chi non ama il baseball. Il ritmo dei versi è quello di un parlato sincopato, e fa pensare a un pittore che lascia sgocciolare i colori o a un jazzista che soffia a scatti in uno strumento a fiato. Ma poi compaiono all'improvviso forti metafore visionarie: una balena bianca di 70 anni nell'acqua lattescente di una jacuzzi, la vecchia macchina da scrivere elettrica che, abbandonata per l'arrivo del computer, risuscita come un Lazzaro meccanico al primo guasto di quello. Alla fine di un libro così magmatico, di un autore che appartiene alla famiglia vagabonda dei Cendrars e dei Miller, al lettore resterà la felice impressione che "la vita è piena di gioiosi / miracoli".
 
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mirko576
view post Posted on 10/5/2008, 22:23




E'poco visitata questa sezione...cmq,io consiglio l'opera omnia di Jane Austen,di Edgar Allan Poe,di H.P.Lovecraft,di Isaac Asimov.
Poi aggiungo di segnarvi questi autori:

Marco Buticchi,Elizabeth George,Kathy Reichs,Patricia Cornwell,Alessandro Baricco,Giuseppe Culicchia(non sto a scrivervi i titoli perché ce ne sono troppi!)

Un must per chi ama l'orrore è la trilogia di Ring di Koji Suzuki(Ring-Spiral-Loop)

Per chi vuole ridere i due libri su Bridget Jones

Per chi ama storie d'amore complicate suggerisco Federica Bosco.

Consiglio anche Arancia meccanica,Anna Karennina,La zona morta,Nanà,La bestia umana,Le relazioni pericolose,I dolori del giovane Werther,La lettera scarlatta,Viaggio al centro della Terra,Il giro del mondo in ottanta giorni,Olga,Uto,Due di due,Buio,Il signore degli anelli,Cime tempestose,Tempi difficili.

Per chi ama i saggi consiglio Inchiesta su Gesù e per chi ama il mistero Le impronte degli dei,Il mistero di Orione,Da Atlantide alla Sfinge e Il Santo Graal(quello edito da Mondadori-autori Baigent,Lincoln,Leigh-mi pare...) ;)
 
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DªRk ÞoiSon SouL
view post Posted on 15/5/2008, 14:46




Il Mondo di Sofia

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Il Mondo di Sofia è un meraviglioso viaggio di intelletto e immaginazione che fa dare un'occhiata alla vita attraverso gli occhi di un bambino per una volta ancora. La protagonista del libro è Sofia Amundsen, una ragazza Norvegese quindicenne che conduce una vita normale con la propria madre. Quando Sofia riceve due messaggi anonimi, è sconcertata:
"Chi sei tu?" "E da che mondo provieni?"
La ragazza recive poi dei pacchi di fogli di un corso di filosofia. E qui comincia la misteriosa avvenura di Sofia.
Attraverso un misterioso modo di comunicare, Sofia diventa la studente di un filosofo anonimo, che a poco a poco rivela di essere il cinquantenne Alberto Knox. Alberto continua a insegnarle la storia della filosofia. Infatti, noi possiamo formulare la nostra visione della vita imparando dalle convinzioni di altre persone.
Impariamo che l’unica cosa di cui abbiamo bisogno per essere dei buoni filosofi è la capacità di farsi delle domande. Essere un filosofo è simile a guardare il mondo attraverso gli occhi di un bambino, non permettendo che il mondo si trasformi in un'abitudine .
Nonostante questo, non tutti diverranno dei filosofi. Molte persone sono così prese dalla loro vita che smettono di porsi delle domande. Il desiderio di Alberto per Sofia è che lei abbia una mente sempre pronta a chiedersi il perchè delle cose. La filosofia stessa è creativa e viene presentata molto semplicemente. Sofia viene messa davanti a varie questioni filosofiche e metodi di ragionamento, per potersene creare uno proprio.
Molti dei pacchetti filosofici inviatele da Knox comincia con domande brevi come “Perchè il Lego è il giocattolo più ingegnoso nel mondo?„, su cui Sofia ha tempo di ragionarci sopra prima cdell’arrivo del prossimo pacchetto, benchè non sia possibile realmente risolvere tali domande filosofiche. Ogni pacchetto ha un argomento, che è di solito legato alla nota introduttiva.
Alberto ha cominciato dagli inizi, quando in antichità gli esseri umani volevano capire cosa succedeva loro intorno. Mano a mano che proseguiamo il viaggio insieme a Sofia, impariamo che fino a 600 anni prima di Cristo, i popoli hanno trovato le risposte in diverse religioni. Passando il tempo, però, i filosofi hanno voluto conoscere il mondo studiando la natura stessa, invece che attribuendo tutto ad un dio. Così la filosofia si è liberata gradualemente dalla religione, cominciando ad andare nella direzione del ragionamento scientificom diventando i precusrosi di quello che sarebbe diventato la scienza.
Il libro è intrigante nel modo di ampliare le domande che uno si pone, con le sue stesse domande. Oltre a considerare i pensieri di Socrate, Platone, Aristotele, e i filosofi che li hanno preceduti, Alberto porta Sofia attraverso l’Ellenismo, al Cristianesimo, fino alla sua interazione con il pensiero Greco e al Medioevo. Parla inoltre del Rinascimento, del Barocco, dell’Illuminismo e del Romanticismo, e dei filosofi che hanno preso parte a questi periodi, come Cartesio, Spinosa, Locke, Hume, Berkley, Kant, Hegel, Kierkegaard, Marx, Darwin e Freud.
Questo è soltanto un breve riassunto del Mondo di Sofia, che non racconta i momenti più magici e fantastici della storia. Gaarder è riuscito a inserire una vera e propria guida per principianti alla filosofia in una storia coinvolgente.
E’ un libro da non perdere per chiunque voglia leggere qualcosa di stimolante e di profondo.
 
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nona Tapes
view post Posted on 2/9/2008, 14:18




Billie Holiday
“Ehi, Paparino, dolcezza,gran figlio di puttana!”
di Riccardo Bertoncelli


Non una biografia ma un documentario a incastro. Così un libro racconta la vera storia di Billie Holiday, la signora del jazz


Sono un feroce morsicatore di libri. Non li leggo, li sbrano a piccoli morsi, irregolarmente, mastico a zig zag seguendo la luna. I romanzi mi sfuggono, se hanno una trama coerente rischio di straziarli: prediligo i racconti, le storie che si accavallano e s’intrecciano – alla fine la sequenza la decido io, sono un DJ che remixa. Quest’estate ho trovato un libro ottimo per me, un libro di storie da (s)comporre a piacere con una storia strana e fatale prima di tutto. Ascoltate. C’è una donna all’inizio degli anni 70, Linda Kuhel, che decide di scrivere un libro su Billie Holiday, la grande inquieta cantante jazz. È un tipo tosto, metodico, passa mesi e anni a raccogliere su un registratore a cassetta le testimonianze di oltre 150 persone che l’hanno conosciuta più ogni altro materiale che possa importare, e anche non importare: ritagli di giornale, documenti legali, cartelle ospedaliere, dossier della polizia, lettere private, bigliettini, liste della spesa. Alla fine, dopo aver riempito due scatole di scarpe con tutto quel po’, prova a cavarne un libro. Passano gli anni, Linda scrive e riscrive ma non va mai lontano. L’editore si preoccupa, si irrita, alla fine si stanca. Billie è diventata un’ossessione e, con quel fantasma nella mente, la donna va a Washington una sera di gennaio del 1979 per assistere a un concerto dell’orchestra di Count Basie. Quando torna in albergo, si getta da una finestra del terzo piano. Passano altri anni, le due scatole di scarpe con quel lascito favoloso e maledetto finiscono nelle mani di un collezionista. Lo viene a sapere un’altra scrittrice, Julia Blackburn, che chiede di accedere a quel materiale. Non sa bene cosa farne ma è affascinata dalla storia, e determinata, e quando vede le carte decide che prenderà lei il posto di Linda Kuhel. Non è un lavoro facile, anche Julia deve abbandonare l’idea di un racconto organico e coerente ma alla fine inventa lo spartito giusto: “un documentario”, come oggi scrive, dove un coro di voci ineguali e dissonanti raccontano la storia di quello strano frutto morsicato da molti e un po’ per volta, piuttosto in fretta, spolpato dalla vita. Il libro si chiama Lady Day - La vita e i tempi di Billie Holiday, l’ha appena pubblicato Il Saggiatore ed è un viaggio straordinario nel secolo scorso, in un mondo così vicino così lontano di piccoli locali e teatri sciccosi, bordelli, fumerie di marijuana, papponi, spacciatori, musicisti ubriachi di jazz o semplicemente di alcol. Billie Holiday abita quel mondo, anche se dire “abita” è troppo poco. È nel suo sangue, nella sua carne, alla fine nella sua voce, con malinconia e sfrontatezza insieme, con gioia, repulsione, voglia di vivere e smania di farsi male: fin da quando è piccola e la madre la trascura per fare la vita, fin da quando a 10 anni viene mandata in un riformatorio, e a 12 è stuprata da un vicino, e a 14 arrestata dalla polizia nel corso di una retata in un bordello. La musica sboccia come l’unica cosa bella di quel tempo malato, un fiore raro. A 15 anni, nella primavera del 1930, la ragazza canta ai tavoli di un club di Harlem “come un violinista gitano in un caffè di Budapest”. È più o meno in questo periodo che Eleanor Holiday diventa Billie, in onore di Billie Dove, un’attrice bianca idolatrata come “la Bellezza Americana” . Più avanti sarà “Lady Day”: la Musa, l’ineguagliabile signora del jazz. Julia Blackburn teme che le tante storie che si intrecciano nel suo libro finiscano per dare una immagine contraddittoria della donna e dell’artista. È un timore infondato. Basta ascoltare le sue registrazioni, meravigliose o miserabili, per capire che Billie Holiday era un diamante con tante facce diverse e stridenti, “una delle donne più belle del mondo, piena di grazia, con una pelle di velluto come Satin Doll” e “una sciattona grande e grossa che portava lo stesso abito tutte le sere”, “una ragazza solare estremamente silenziosa, a cui piaceva ridere” e una star che “andava nei bar dei bassifondi con la sua pelliccia di visone e apostrofava tutti dicendo ‘troia’, ‘bastardo figlio di puttana’, ‘cosa fai di bello?’, e c’erano dei ragazzini sporchi e in disordine e lei se li stringeva tra le braccia senza curarsi di nulla, anche se erano tutti imbrattati di melassa.” Non cercate tracce di dischi in questo libro, date di registrazione, una storia strettamente musicale. Troverete poco, giusto un capitolo dedicato alla sua canzone più famosa (e dannata), Strange Fruit. C’è tutto il resto però. C’è la gioia candida di Eleanor non ancora Billie quando in riformatorio viene battezzata in abito e velo bianco, e il dispetto degli amici il giorno che il cardinale Spellman vieta il funerale di cotanta peccatrice alla Cattedrale di San Patrizio. Ci sono i fidanzati “cambiati come si cambiano i pantaloni”, e gli innamorati, e i bastardi che la sfruttano e la picchiano come in certi suoi blues, “tutte le cantanti in quei giorni dovevano avere uomini che le maltrattassero e intascassero i loro soldi”, chiosa con amara ironia il contrabbassista John Levy, “sembrava quasi che fosse terapeutico”. C’è l’amore grande per Lester Young, l’adorato “paparino”, il partner perfetto, un altro monumento del jazz in onore del quale il libro si ferma e felicemente divaga. C’è il sesso sfrenato di una donna libera e inquieta, comprese storie di prostituzione e amicizie lesbiche, e la tirannia dell’alcol, delle pastiglie e poi dell’eroina, che finirà per rovinarla. La polizia la arresta in numerose occasioni ma la volta fatale è nel 1947, quando Billie è all’apice della fama, in grado di guadagnare 91 (di sperperare) 50.000 dollari l’anno. La mandano in carcere per un anno e lei non fa una piega, è una detenuta modello come quando era stata in riformatorio da ragazzina. Vorrebbe pagare e ricominciare ma non va così; diventa un bersaglio facile di poliziotti, giudici, giornalisti, le tolgono la Cabaret Card che le consentirebbe di esibirsi nei più grandi locali, la costringono al circuito minore. È un lungo, tormentato viale del tramonto a cui Billie alla fine si arrende. Quando nel 1959 William Dufty presta la sua penna all’autobiografia, “ci aggiunse tutto il sale che era convinto servisse per vendere, specie a proposito delle esperienze lesbiche di Billie e della sua storia di tossicodipendenza”. Lei non ha niente da ridire, firma e prende i soldi dell’anticipo. Esagerato e furbo, La signora canta il blues resta comunque uno dei più straordinari libri jazz, a cominciare dalle famose righe di apertura: “La mamma il babbo erano ancora due ragazzi quando si sposarono. Lui aveva diciott’anni, lei sedici, io tre.” Quando si torna con il pensiero a quegli anni 30 o 40 è facile cadere nell’oleografico, nella ricostruzione fatata di un mondo in realtà molto più crudo e difficile e storto di come ce lo racconta il mito. Lady Day non sembra correre questo pericolo. Il succo che stilla da questi racconti è aspro, pungente, il paesaggio che si intravvede è avvolto in una nebbia che spesso dà i brividi. Altro che “favolosi anni del jazz”.

“Quando parlo di quelle orchestre favolose, di Ellington, di Armstrong, di Chick Webb,” spiega a un certo punto un amico di Billie, Greer Johnson, “non pensate che noi le considerassimo tali. No, erano solo parte delle serate estive, insieme ai chioschi degli hot dog, alla piscina che puzzava di cloro, al frastuono delle montagne russe, ai vecchi tavoli da picnic segnati dalla pioggia, alle altalene di ferro malridotte. Le orchestre erano anche una delle facce dell’ebbrezza alcolica del Sud, con le coppiette che bevevano Coca e whisky, vomitavano, erano infedeli, disperate per amori non contraccambiati, spiritate. I musicisti di colore, con i loro ingombranti strumenti, i loro abiti da sera, erano lì solo per scandire il tempo che ritmava l’incedere barcollante e le coccole del fox trot che allora era di moda”

[spettacolooo!]
 
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view post Posted on 2/9/2008, 21:17
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Tortured existence

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Cacchio deve essere un libro molto interessante...almeno da quello che ho letto! una frase dopo tutto quello ch ho letto mi ha colpito molto:"Altro che “favolosi anni del jazz”.". Beh che dire la voce della holiday rispecchia tutto cio che nona ha riportato malinconia e quant'altro la fanno da padrona! grande non per aver postato queste belle righe!

A proposito di "Strange Fruit"



Che voce! :wub:
 
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nona Tapes
view post Posted on 3/9/2008, 18:54




ha anche un viso espressivissimo. ha quel fascino tragico...bellissima
 
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nona Tapes
view post Posted on 2/9/2009, 21:51




libbri dell'estate:

1) middlesex, di jeffrey eugenides. fino ad ora il libro migliore per qualità di scrittura, storia e capacità evocativa che abbia mai letto. cinque stelline
2)la trilogia di millennium ( lo so, lo so, "mainstream letterario bleah"..snobbacci! ma vi avverto, se cominciate a leggerlo, diventate dipendenti, ma di brutto. io ho letto tutti e tre i libri in una settimana.)
3) the book of other people. raccolta di racconti di scrittori contemporanei. c'è solo in inglese , per ora, ma vale la pena fare un piccolo sforzo
4) l'immancabile graphic novel : "super spy". anche questo un gioiellino. vita da spia negli anni della seconda guerra mondiale.
 
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blaisepascal
view post Posted on 4/5/2010, 18:01




Il mio libro preferito è Il barone rampante di Italo Calvino per chi ama viaggiare con la fantasia.
 
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Jasmine Down In A Hole
view post Posted on 4/5/2010, 18:51




Il Barone Rampante!! veramente bellissimo quel libro!! l'ho letto quand'ero al liceo e insieme alla mia classe l'ho usato per partecipare a una specie di gara :rolleyes:
 
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MariaLaura79
view post Posted on 4/5/2010, 23:49




Sezione libri... Bene bene...

3 libri che consiglio caldamente se vi piace la storia dell'antica Roma:
1- IL LIBRO NERO DI ROMA ANTICA - Orribili delitti e disumane crudeltà di famosi personaggi della Repubblica e dell'Impero (Giuseppe Antonelli - Newton&Compton editori). Molto molto interessante, e deve essere preso cmq con le pinze in quanto i documenti che hanno permesso la stesura del libro spesso sono stati scritti da avversari dei protagonisti...
2- LA GRANDE STORIA DI ROMA, Antonio Spinosa, Oscar Mondadori. Dalla fondazione alla caduta. Uno dei migliori libri storici che abbia mai letto. Dello stesso autore consiglio anche LA SAGA DEI BORGIA.
3- Una giornata nell'antica Roma. Vita quotidiana, segreti e curiosità, Alberto Angela, Mondadori: lo comprai appena uscì solo xché c'era il suo nome sopra. 'Amo' quest'uomo,non ne posso fare a meno.È anche grazie a lui se mi sono appassionata sulla storia dell'antica Roma.Non l'ho letto appena preso,dandoci uno sguardo superficiale mi era sembrato che snaturasse tutti i suoi bellissimi documentari su Roma.Quando l'ho letto con la dovuta attenzione,ho capito di essermi sbagliata e mi sono gustata ogni singola pagina finendolo molto + tardi rispetto ai miei soliti standard.
 
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gracecornell
view post Posted on 5/5/2010, 00:26




il libro di Alberto Angela avevo intenzione di comprarlo!

io ho appena iniziato a leggere "Tutta un'altra musica" di Nick Hornby, quello di "Febbre a 90"...
 
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33 replies since 19/1/2007, 20:26   338 views
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