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LIBRI -consigli -letti-news, no-grunge-seattle

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icon10  view post Posted on 19/1/2007, 20:26
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ho vuluto aprire questo topic perche ho notato in questi untimi tempi che c'è un gran casino nei topic pertanto qui potete postare tutto a riguardo dei libri --consigli letti ecc no sulla musica di seattle grunge perche esiste gia un topic ....
Libro da 288 pagine sui Radiohead in aprile
Sarà disponibile dall'inizio del prossimo aprile un nuovo libro sui Radiohead. Scritto da Tim Footman, il volume s'intitola "Radiohead - Welcome to the machine" ed è composto da 288 pagine, tra le quali 16 con foto in bianco e nero. Footman, ex collaboratore del "Guinness book of records", è autore di numerosi libri musicali; tra i vari, uno sugli Oasis ed uno sui Blink-182. In precedenza lo scrittore si era già cimentato con i Radiohead, con il libro "Radiohead - A visual documentary" del 2002. Il nuovo testo su Thom Yorke e soci costa 13 sterline, circa 19 euro; su Amazon è in preordine a 8.57 sterline, circa 12,60 euro
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Bibliografia.

In libreria dal 17 settembre 2004
Wild years*
Tom Waits. La musica e il mito
di Jay S. Jacobs
traduzione di Alberto Nerazzini


ed. Arcana Libri - Fazi Editore

pp. 300 ca.- euro 15
ISBN: 88-7966-367-4

Wild Years è la storia di come un autodidatta bohémien dedito all'alcol e frequentatore di vicoli malfamati sia finito per diventare l'uomo che ha influenzato una generazione di musicisti d'avanguardia, nonché un eccentrico gentiluomo di campagna, padre e marito. Il libro di Jay S. Jacobs è la pregnante, luminosa celebrazione di un artista e di molti suoi miti, dagli esordi agli ultimi due lavori del 2002 ( Alice e Blood Money ), frutto delle incursioni di Waits nel teatro e testimonianza di come ormai sia un artista sempre più “totale” e imprevedibile, in grado di tenersi fuori dal cinico e rumoroso mondo dello show-biz , selezionando con cura apparizioni e collaborazioni, vestendo di volta in volta i panni del musicista e dell'attore.

Grazie anche a una serie di interviste esclusive a coloro che lo conoscono bene, tra gli altri Francis Ford Coppola e David Geffen, la viva voce di Waits emerge in un ritratto concreto e reale, arricchito dall'aggiornamento al 2004 da discografia e filmografia complete e più di trenta foto del musicista ripreso on stage e nella quotidianità.

Jay S. Jacobs, giornalista e sceneggiatore, collabora con Creem, Magnet , Rock Guide , Rockpile , Underground Press. Vive a Philadelphia e al momento sta scrivendo la biografia di Tori Amos che uscirà nel 2005 per Arcana.


Edited by pastare - 21/1/2007, 14:12
 
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Filoexp
view post Posted on 19/1/2007, 20:32




Hey Aldo...perchè non lo sposti nella sezione "le nostre passioni"???
L'ho creata apposta
 
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parcodio
view post Posted on 19/1/2007, 21:22




ehm..
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in italiano è stato tradotto con il titolo La scimmia sulla schiena - confessioni di un drogato non pentito -.
Scritto in Messico quando Burroughs aveva appena perso (ucciso?), il 7 settembre 1951, la moglie mentre si esercitava al tiro al bersaglio, suo gioco preferito, durante un estenuante quanto terribile stillicidio processuale nel quale l’autore cercava di farsi condannare per la morte della moglie, a dispetto della diagnosi di epilessia riportata sul suo fascicolo militare che ne sanciva l’incapcità di intendere e di volere, e al quale (processo) seguì l’allontanamento dei suoi figli, Burroughs, che dichiara di non aver scritto tale romanzo per desiderio artistico ma solo per trovarsi qualcosa da fare ogni giorno..

probabilmente prima o poi aprirò una discussione esclusivamente per lui.

SPOILER (click to view)
La droga è un’equazione cellulare che insegna al tossicomane verità di validità generale. Io ho imparato molto ricorrendo alla droga: ho veduto la vita misurata in pompette contagocce di morfina in soluzione. Ho provato quella straziante privazione che è il desiderio della droga e la gioia del sollievo quando le cellule assettate di droga la bevono dall’ago. Forse ogni piacere è sollievo. Ho appreso lo stoicismo cellulare che la droga insegna al tossicomane. Ho veduto una cella di prigione piena di tossicomani in preda alle sofferenze per la privazione della droga, silenziosi e immobili ciascuno nella sua individuale infelicità. Sapevano quanto fosse inutile lamentarsi o agitarsi. Sapevano che, fondamentalmente, nessuno è in grado di aiutare il prossimo suo. Non esiste chiave, non esiste segreto in possesso di qualcuno e che possano essere ceduti.

Ho imparato l’equazione della droga. La droga non è, come l’alcool o come la marijuana, un mezzo per intensificare il godimento della vita. la droga non è euforia. È un modo di vivere.”


Edited by parcodio - 19/1/2007, 21:38
 
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nona Tapes
view post Posted on 19/1/2007, 22:15




io ho provato a leggere Il pasto nudo..ma proprio non mi piace.. pure Il biglietto che è esploso,dopo un po' non lo sopporto più..che ,per apprezzarli e/o capirli,debba leggere i suoi libri in stato alterato di coscienza??

Dishes of the day are: Infinite Jest by David Foster Wallace.
Microservi by Douglas Coupland
Memoria Polaroid dello stesso,dove troverete un toccantissimo e per nulla retorico brano su Cobain.


Edited by nona Tapes - 20/1/2007, 15:11
 
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view post Posted on 21/1/2007, 14:04
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Leda Bertè: la mia verità su Mia Martini
In occasione dell’uscita del libro “Il caso Mia Martini” di Marcello M. Giordano (Herald Editore) incontriamo Leda Bertè, sorella di Loredana e Mia Martini, che ci racconta alcuni episodi poco conosciuti della grande Mimì.
In occasione dell’uscita del libro “Il caso Mia Martini” di Marcello M. Giordano (Herald Editore) incontriamo Leda Bertè, sorella di Loredana e Mia Martini, che ci racconta alcuni episodi poco conosciuti della grande Mimì.

E’ una domenica di luglio. Ricevo una telefonata dal caro amico Franco Ray, un passato da attore ed imitatore, ed oggi imprenditore, che mi avverte della presenza a casa sua di Leda Bertè. Si proprio la sorella di Loredana Bertè e di Mia Martini, forse ad oggi la persona più titolata a parlare sull’indimenticabile Mimì. E’ l’occasione giusta per incontrarla, dato che da qualche settimana è stato pubblicato il libro “Il caso Mia Martini”, scritto dal giornalista Marcello M. Giordano, e a cui ha collaborato la stessa Leda Bertè, rendendolo di fatto la prima vera biografia non artistica di Loredana. Leggendo pagina dopo pagina il volume (pubblicato da Herald Editore) ci sono tantissimi ricordi e storie che pochissimi conoscevano. Così mi precipito a casa di Franco Ray per iniziare una lunga conversazione che si potrarrà per qualche ora. Lo stesso Ray, amico della famiglia Bertè (e di cui si parla all’interno del libro) non manca di ricordare il suo primo incontro con Mimì: “Ero al Festival di Sanremo, all’epoca di “Stiamo come stiamo”, quando Mia si esibì con Loredana Bertè. Conoscevo da diversi anni Leda e le altre sorelle, tra cui Loredana. Ma Mia, una delle più grande artiste della musica italiana, non l’avevo mai incrociata prima. L’apprezzai umanamente e artisticamente all’istante”.

Antonio Ranalli: Il libro “Il caso Mia Martini” ha riportato ancora una volta l’attenzione su Mia Martini. Questa volta mi sembra che si sia cercato di fare un lavoro più approfondito, che vada al di là dell’aspetto artistico. Qual è stato il suo ruolo in questo lavoro?

Leda Bertè: Il mio ruolo è quello che si evince sin dalle prime pagine del libro. In questa famiglia, molto sfortunata, ho sempre svolto il ruolo della sorella più grande, e da buon capricorno mi è stato assegnato un obiettivo da raggiungere. Un ruolo che ho accettato di buon grado: del resto sono fuori dal mondo dello spettacolo. Da 30 anni sono impiegata al Ministero di grazia e giustizia e ho sempre guardato con distacco a questo mondo. Da quando è morta mia madre il mio impegno è sempre stato quello di proteggere l’arte di mia sorella Mimì, una delle più grandi artiste che l’Italia abbia mai avuto. Una volta a Parigi Charles Aznavour mi disse: “Ma come, in Italia avete un’artista così grande e non ve ne siete neanche accorti?”.

Antonio Ranalli: Impegno che è iniziato con l’Associazione Minuetto. Ce ne vuole parlare?

Leda Bertè: Si, l’associazione è nata qualche anno fa, con l’obiettivo di tutelare l’immagine di Mia Martini e soprattutto mantenere un legame con tutti i suoi ammiratori che continuano ad essere tanti e volerle bene. Mi sono data da fare per mettere su carta quella era grosso modo la storia della famiglia Bertè, che poi Giordano ha raccontato nel libro. Mi interessava molto far capire anche il contesto sociale e culturale in cui siamo cresciute.

Antonio Ranalli: Fino ad oggi sono uscite varie pubblicazioni su Mia Martini. Quale tra quelle uscite fino ad oggi le è piaciuta di più?

Leda Bertè: Il libro di Menico Caroli è stato molto specifico per quanto riguarda la parte artistica, seguendo l’iter naturale e temporale della produzione artistica di Mimì.

Antonio Ranalli: Si è spesso parlato delle difficoltà dei rapporti tra Mimì e la discografia. Qual è la sua opinione in proposito?

Leda Bertè: Mimì “purtroppo” ha sempre pensato di poter usufruire del mezzo mediatico per divulgare le sue capacità interpretative. Alcune delle mie discussioni con Mimì vertevano proprio su questo. Io le dicevo che alla fine anche lei veniva considerata un prodotto commerciale. Se c’è chi investe su di te, qualcosa vorrà pure in cambio. Lei invece era al di sopra di queste logiche e per questo ha pagato per la sua coerenza. Lei ha pagato penali pesantissime per contratti commerciali che, una volta firmati, poi non condivideva. Ho sempre rispettato la sua linea e la sua idea di contatto diretto con il pubblico.

Antonio Ranalli: Torniamo al libro. Com’è avvenuto l’incontro con l’autore Marcello M. Giordano?

Leda Bertè: E’ stato un incontro a casa mia, dovuto alla mia passione per l’arte. Lui ha raccontato la nostra vita. Certo, non sono mancate alcune piccole divergenze. Non a caso il libro è stato anche fermo alcuni anni. Non si tratta però di divergenze sui contenuti, ma sulla forma. Inizialmente Marcello voleva vederlo come un romanzo, mentre secondo me doveva essere una biografia a tutti gli effetti. Infatti avrei preferito uno stilo più giornalistico. Sono comunque soddisfatta del prodotto finale. Sui contenuti non si discute.

Antonio Ranalli: In questo libro si fa chiarezza anche sul rapporto con vostro padre. Vuole parlarcene?

Leda Bertè: La figura di mio padre è quella che è sempre stata, e quindi la sua immagine non è quella di un padre amorevole e amoroso. Ci sono stati episodi nella vita di Mimì che mi hanno fatto inquietare un po’. In alcuni special televisivi è emersa l’immagine di un padre amorevole, anche se in realtà non lo è mai stato: non amava che sua figlia facesse la cantante.

Antonio Ranalli: Negli ultimi anni tante persone, dello spettacolo e non, sono venute alla ribalta con dichiarazioni di amicizia e stima nei confronti di Mia Martini. In tanti hanno dichiarato di essere stati molto vicina a sua sorella prima della sua scomparsa. Se fosse vero probabilmente sua sorella sarebbe ancora viva. Che opinione si è fatta in proposito?

Leda Bertè: Sfatiamo queste leggende metropolitane. Chi è stato veramente vicino a Mimì sono altre persone: a partire dalle sua cara e vecchia amica Laura. Ma anche nostra sorella minore Olivia, alcuni musicisti come Claudio Baglioni, che l’ha sempre amata, Riccardo Cocciante, Dario Baldan Bembo, i fratelli Guido e Maurizio De Angelis, Pippo Baudo e Paolo Piccioli. Ma soprattutto il suo pubblico, che nonostante siano passati 10 anni dalla sua scomparsa, continua ad amarla e a ricordarla. Su questo ci tengo che sia ristabilita la verità.

Antonio Ranalli: Dalla scomparsa di Mimì sono uscite svariate antologie contenente materiale editoe ed inedito di Mia Martini. Siete mai stati coinvolti in questi progetti?

Leda Bertè: Solo nel novembre 2004 sono riuscita a chiudere tutto il contenzioso con il curatore ereditario, nominato dal Tribunale di Busto Arsizio. Ci sono voluto 10 anni per chiudere la vicenda legata ai diritti d’autore di Mimì: oggi io e le mie due sorelle risultiamo curatori diretti dei diritti d’autore. Diverso è il caso della parte discografica. Diverse case discografiche possiedono materiale ed incisioni di Mimì: è chiaro che ognuno può fare quello che vuole nel momento in cui risulta proprietario dei master. L’unica a convocarci e a chiedere la nostra collaborazione è stata Caterina Caselli, che per il materiale di sua proprietà ha previsto il coinvolgimento degli eredi.

Antonio Ranalli: A quale album di sua sorella Mimì è più legata?

Leda Bertè: “Oltre la collina”. Lo trovo di un lirismo unico. Perché “oltre la collina” c’è un mondo, come dire che oltre la vita c’è qualcos’altro.

Antonio Ranalli: Quali saranno le iniziative a sostegno del libro?

Leda Bertè: Farò di tutto per presentare e sostenere questo libro, cercando sempre contesti degni della figura di Mia Martini. Oltre alle librerie, con l’editore abbiamo cercato di individuare canali alternativi per la vendita di questo libro. In primis il fans club Chez Mimì di Pippo Augliera e poi anche il Web. Poi l’Associazione Minuetto è sempre a disposizione di tutti coloro che vogliono collaborare per portare avanti progetti ed iniziative. Per contattare l’associazione basta scriverco alla sede sociale, in Via Bartolomeo Avanzini, n. 53 00163 Roma.


Attached Image: miamartini.jpg

miamartini.jpg

 
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marco.eddie
view post Posted on 21/1/2007, 14:31




2 libri che mi sono piaciuti un casino

1)sulla strada di jack keruack
2)fiesta di hamingway
 
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cat 'o nine tales
view post Posted on 21/1/2007, 22:31




tutto di sartre e moravia!......
 
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GruppoPennyMarket
view post Posted on 22/1/2007, 14:20




Copio incollo dal mio blog:

La fine è il mio inizio - Tiziano Terzani

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Volevo farvi leggere questa frase che mi ha particolarmente colpito durante la lettura del libro di Tiziano Terzani "La fine è il mio inizio":

"Il coraggio è il superamento della paura"

Vi lascio piena libertà di riflessione in merito, non voglio neanche darvi la mia interpretazione perchè risulterebbe troppo personale e legata al mio vissuto: ho solo letto questa frase...e spero che ad ognuno che la leggerà possa far riflettere...
 
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nona Tapes
view post Posted on 9/3/2007, 11:46




La casa del sonno - di Johnatan Coe

Terry fa il critico cinematografico, distratto e scontento. Dopo anni in cui ha sofferto di ipersonnia, da adulto soffre di insonnia. Ma anzichè disturbarlo, il sintomo gli consente di lavorare di più.

Sarah è stata una giovane dalla sensibilità complessa e articolata. Dopo una convivenza lesbica in gioventù, da grande si scopre eterosessuale e fa l'insegnante, con scrupolo idealista. E' affetta da narcolessia.

Robert è un ragazzo intelligente e vulnerabile, ama Sarah, ma non ne è ricambiato. Per avvicinarsi a lei si scopre transessuale e con un intervento chirurgico cambia sesso, diviene medico, la dottoressa Madison e lavora nella clinica del sonno, diretta dal dottor Gregory Dudden.

Gregory, da giovane, è stato il fidanzato di Sarah. E' diventato uno psichiatra arrivista, scientista, distruttivo, la personificazione di una tecnica che è anche disumanizzazione.

Coe ha la mano leggera nel trattare temi impegnativi come la sessualità e la maturazione Lo fa toccando le corde del sentimento e dell'humour. Lo scrittore punta il dito sulla vacuità della cultura di massa. Fa dell'ironia sugli stage formativi manageriali, sugli psicoanalisti lacaniani e sugli psichiatri in genere, sull'assurdità di molti nostri comportamenti. Per Coe, l'hybris della scienza è tale da tendere ormai all'aperta, pericolosa e irresponsabile sperimentazione sull'uomo.

Il romanzo, inoltre, ci racconta la difficoltà di crescere, i passi falsi, le scelte sbagliate. La narrazione ha una sua architettura precisa e procede per coincidenze, incastri, geometrie. Per fare un esempio, La casa del sonno è il titolo del libro galeotto per l'amore di Veronica e Sarah, ma è anche la clinica del dottor Dudden. Alla fine chissà se Robert e Sarah torneranno insieme?

 
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nona Tapes
view post Posted on 12/3/2007, 21:01




ho finito di leggerlo ieri..ragazzi,è un libro meraviglioso..non riuscivo ad addormentarmi per quanto mi aveva "scosso".non saprei neanche come esprimere quanto mi ha trasmesso..Johnatan Coe è uno scrittore geniale..questo libro è semplicemente perfetto..quello che si è disposti a fare e a diventare per amore,e quanto si è capaci di Aspettare la persona amata,nonostante tutto,nonostante l'attesa possa durare per sempre..raccontato senza retorica,semplicemente..dritto allo stomaco.
 
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noccio00
view post Posted on 20/5/2007, 03:59




Un anno sull'altipiano di Emilio Lussu
Diario roacconto di un anno passato a buttare il proprio tempo e la vita nella prima guerra mondiale nel confine con gli austriaci.Certe pagine sono di un toccante incredibile... l'incazzo che siu prova nel capire quanto le truppe italiane fossero una merda a livello di comando mi fa star male ogni volta che ci ripenso.E un libretto piccolo lo si legge in fretta ed e molto coinvolgente e sopratutto a me ha lasciato il segno...
 
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Filoexp
view post Posted on 21/5/2007, 07:06




Hey Noccio00, se ti piacciono i libri di questo genere ti consiglio di leggerti le opere di Mario Rigoni Stern.....sono incredibili....soprattutto perchè raccontate da uno che la guerra l'ha fatta quando aveva appena 17 anni...
 
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†LilStripeyDolL†
view post Posted on 24/5/2007, 14:52




i miei libri cult direi che sono questi (non sono in ordine di preferenza):
1. Shining-Stephen King
2.Il Ritratto di Dorian Gray-Oscar Wilde
3.Dracula-Bram Stoker
4.La Masseria delle Allodole-Antonia Arslan
 
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view post Posted on 24/5/2007, 14:54
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Tortured existence

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November hotel

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io ultimamente ho letto il libro di spiderman che riguarda l'ultimo episodio uscito al cinema!!! :D
 
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†LilStripeyDolL†
view post Posted on 24/5/2007, 15:00




il film non è male l'ho appena visto al cinema
 
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33 replies since 19/1/2007, 20:26   338 views
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