Alternative Grunge Forum

Posts written by pastare

view post Posted: 7/4/2021, 15:48 The Electric Mud """burn the ship""" - News
come da prefazione la band nata in florida sotto etichetta italiana Small Stone Records a tirato fuori un nuovo lavoro dal titolo burn the ship
www.theelectricmud.com/?fbclid=IwA...eMuksS6Gm6AYZ8o
www.facebook.com/TheElectricMud

qui un intervista per conoscerli meglio
https://theobelisk.net/obelisk/2021/03/19/...GQfNAVecl7qAoAs
view post Posted: 7/4/2021, 15:28 stoner-psychedelic-rock-alternative- - Bacheca
é appena uscito il lavoro dei Wormhog band di atene dal titolo Yellow Sea sotto etichetta Electric Valley Records
Sardinia, Italia
https://evrecords.bandcamp.com/album/wormhog-yellow-sea
www.facebook.com/Wormhog



www.facebook.com/Hazy-Sea-104943806722415/

Edited by pastare - 15/12/2021, 20:13
view post Posted: 5/4/2021, 23:04 mike starr... - GRUNGE-SEATTLE
memorial su mike 10 anni dalla sua scomparsa
view post Posted: 5/4/2021, 19:59 layne staley dopo tanti anni dalla sua scomparsa - Layne Staley - Tributo
oggi sono 19 anni senza layne allego un bel ricordo
Di SIMONE GHELLI redatto su critica impura
Sapete, per me i due punti sono un po’ come le quinte teatrali, che si aprono e ci svelano l’attore, lo mettono in scena insieme a tutto il resto. Scrivere “Layne Staley: il grunge” per me è un po’ come dire: «Eccolo Layne, lo sapevate che lui è il grunge?»

Insomma, i due punti affermano una verità, e lo fanno con quel minimo di suspence che serve. La verità è che ogni anno, per il 5 aprile, non si fa che parlare di Kurt Cobain, dei Nirvana, della colpa di chi è stata, del cattivo mondo dello spettacolo. Quest’anno poi, che di anni ne son passati ben 20, qualcosa l’hanno dovuta scrivere un po’ tutti, in Italia persino sui siti che in genere si occupano di letteratura. Nessuno o quasi* che accenni ogni tanto anche a Layne, a quel corpo irriconoscibile che ritrovarono nel suo appartamento il 19 aprile di 12 anni fa, solo come un cane per ben due settimane, poiché morì il 5 di aprile proprio come il cantante dei Nirvana – a tal proposito, occorre ricordare che l’ultimo disco degli Alice in Chains, dall’omonimo titolo, in copertina riporta proprio l’immagine di un cane con una zampa mancante, che rappresenta una sorta di prefigurazione della scomparsa successiva di Staley (gli AIC erano in quattro).
Questa sì che è una storia scappata al successo, finita fuori dai riflettori del mio bel palco annunciato dai due punti, mi dico. Non ha niente della fine spettacolare di Cobain, che col suo gesto si trasforma definitivamente in icona pop, ossigenata e patinata come nel video di Heart-Shaped Box. La fine di Layne è una fine per consunzione, la si può già intuire rivedendo i suoi occhi nel video dell’unplugged a MTV, la sua posa inerte, schiacciata dal peso di una storia che si legge dappertutto nei testi. Si respira ovunque come una mancanza di spazio [I’m the man in the box, buried in my *** (Sono l’uomo nella scatola, sepolto nella mia merda), Man in the box, dal disco Facelift, 1990], una stanchezza fisica accentuata dall’uso di droghe [I can feel the wheel but I can’t steer / when my thoughts become my biggest fear / Ah, what’s the difference / I’ll die in this sick world of mine (Posso sentire la ruota ma non riesco a guidare / quando i miei pensieri diventano la mia più grande paura / Ah, qual è la differenza / morirò in questo mio mondo), Sickman, dal disco Dirt, 1992] che opprime, ma che esplode e si libera grazie alla musica degli Alice in Chains, agli accordi aperti e ai suoni saturi delle chitarre elettriche, alle voci di Layne Staley e Jerry Cantrell che si rincorrono in meravigliose fughe, e noi ascoltatori con loro. Per me, diciottenne all’epoca di Jar of Flies (1994), che interrompe in un certo senso la furia sonora dei precedenti lavori e si raccoglie in composizioni più intime [come dimenticare la denuncia della propria solitudine in Nutshell (And yet I fight / this battle all alone – Malgrado tutto io combatto / questa battaglia tutto solo) e la richiesta finale, straziante, della meravigliosa Don’t Follow, dove Layne continua a ripetere Take me home?], il grunge era soprattutto questa compresenza tra dolore e furia iconoclasta [che ritroviamo senz’altro anche nei primi Nirvana di Bleach (1989), ma soprattutto in quelli che sono stati i capostipiti della vena punk del movimento di Seattle, i seminali Mudhoney, nati dalle ceneri dei Green River, di cui facevano parte anche Jeff Ament e Steve Gossard, che avrebbero poi formato i Pearl Jam]. Per me, che ho preso coscienza dei miei pensieri e dei miei sentimenti accompagnandoli a queste sonorità sporche, a questo modo trasandato di stare al mondo, che del punk aveva interiorizzato la rabbia e annullato l’estetica, mettendo un punto definitivo al decennio degli Ottanta, non poteva che esserci lavoce dolce e straziante di Staley.

Certo, anche il grunge è stato a suo modo una moda (le camice a quadri, la flanella, i maglioni larghi e un po’ sdruciti), ma non poteva che essere fugace, troppo particolare per farsi globale (guarda caso a Seattle, nel 1999, nacque quello che fu poi definito movimento no global). Oggi mi guardo attorno e non trovo più traccia di quell’attitudine (per molti di voi, non nascondetevi, lo so che questo è un bene), di quel nichilismo che non poteva che sfociare in autodistruzione (We die young era d’altronde il titolo del primo Ep degli Alice in Chains) e di cui Layne Staley fu il maggior cantore. Di tutto questo dolore, di questo senso di struggimento, la canzone Down in a hole (dal disco Dirt) fu senz’altro il manifesto musicale di quegli anni: bury me softly in this womb / I give this part of me for you I sand rains down and here I sit / holding rare flowers / in a tomb (Seppellitemi dolcemente in questo grembo / Io do questa parte di me per voi / sabbia piove e qui mi siedo / in possesso di fiori rari / in una tomba). Il buco, the hole, che si porterà via Layne è anche all’inizio della prima canzone (Grind) dell’ultimo disco (Alice in Chains, 1995) con Staley alla voce, in cui le prime parole risuonano oggi come una sorta di testamento: In the darkest hole / you’d be well advised / not to plan my funeral before the body dies (Nel buco più oscuro / faresti meglio a / non organizzare il mio funerale prima che il corpo muoia). Il corpo, vissuto come prigione**, ritrovato in stato di avanzata decomposizione quindici giorni dopo la sua morte, non è più il corpo di Staley. Il 19 aprile del 2002 Layne è già libero da tempo e il grunge con lui (quella “cattiva stagione” che sarà anche il nome del progetto parallelo agli Alice in Chains, i Mad Season). Can I start over and get over it / so the sun shines upon me / I’m havin’ fun / the killer is me (Posso ricominciare da capo e passarci sopra / così che il sole splenda su di me / mi sto divertendo / l’assassino sono io) canta nel ritornello dell’ultima canzone inedita, Killer is me, eseguita durante l’unplugged a MTV. Alice è finalmente senza catene.

*Ad esempio Pasquale Rinaldi in questo articolo apparso sul Fatto Quotidiano il 5 aprile del 2013: www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/05...-chains/552483/

**Recentemente è uscito un libro scritto da Bob Forrest, intitolato Running with monster: a memoir, dove il chitarrista dei Red Hot Chili Peppers John Frusciante riporta un aneddoto sul cantante degli AIC, che rispondendo alla madre che gli stava raccontando proprio di quello che aveva passato Frusciante, al quale era andato in cancrena il braccio, le disse:« Il suo braccio? È terribile, mamma. John è un chitarrista. Ha bisogno delle mani e delle braccia. Io sono solo un cantante. Posso anche farne a meno.»
view post Posted: 4/4/2021, 22:01 Wino – forever Gone - Canzone del giorno
tratto dal suo ultimo lavoro solista Scott Weinrich in arte Wino dal titolo Forever Gone frontman dei Saint Vitus e degli Obsessed, ecc personaggio amatissimo, icona vivente del doom.stoner, desert rock La sua è una voce calda, vissuta, arrabbiata, potente, l’assoluta protagonista delle undici tracce di ‘Forever Gone’. album da possedere, gran disco
view post Posted: 4/4/2021, 20:30 stoner-psychedelic-rock-alternative- - Bacheca
King Mountain - bluesy stoner rock/heavy rock

https://kingmountaingreece.bandcamp.com/al...s-of-redemption



) Children of Aegean is an instrumental
https://greekstonerrevolutionrecords.bandc...-cc-a3718640378

Edited by pastare - 15/12/2021, 20:09
view post Posted: 1/4/2021, 21:02 Soundgarden - GRUNGE-SEATTLE
il produttore artistico,dei soundgarden Michael Beinhorn che racconta un sacco di aneddoti molto interessanti sulla registrazione di alcune song che hanno fatto la storia degli anni 90


view post Posted: 1/4/2021, 20:50 soundgarden Vicky Cornell - News
Il 25 marzo, i membri dei Soundgarden Kim Thayil, Matt Cameron, Ben Shepherd e il loro business manager Rit Venerus hanno depositato i loro documenti presso il tribunale distrettuale dello stato di Washington accusando Vicky Cornell di averli bloccati con la modifica delle password dai loro social Facebook, Twitter, Instagram, Vimeo, YouTube, Snapchat , Tumblr, Top Spin e Pinterest, nonché il sito Web ufficiale di Soundgarden piu controversie sui diritti delle canzoni

https://consequenceofsound.net/2021/03/sou...egal-passwords/
view post Posted: 1/4/2021, 20:15 shame Loud Band - GRUNGE-SEATTLE
band italiana (da non confondere con gli shame band post punk inglese) che nasce come trio nel 2004 dopo tanta gavetta e tanti concerti nel nord italia e dopo aver pubblicato due album dai titoli "gone" e “Entropia" nel 2015 con l'arrivo di una seconda chitarra e il cambio del batterista la band trova la sua dimensione nuova linfa e un impatto ancora più energico . Gli shame iniziano a farsi conoscere non solo nel resto d'italia ma anche all'estero negli USA sono andati per un mini-tour di 5 date in locali storici di Seattle (The Central, High Dive, Funhouse, Substation, Slim’s). In questa occasione sono per due volte il gruppo di apertura dei concerti per la reunion dei Son of Man, band nota nella scena grunge di Seattle degli anni ’90, nel novembre 2015,sono la band di apertura della data milanese del tour europeo di Stef Burns con il quale suonano anche nel 2016 per un concerto di benificenza insieme a Fede Poggipollini (Litfiba, Ligabue) inoltre hanno suonato come band di apertura al concerto di padova degli alice in chains successivamente con i therapy , Will Hunt, Mondo Generatore Nick Oliveri . Nel 2018 hanno pubblicato il loro ultimo L'album, dal titolo "11:11"mixato da Tad Doyle al Witch Ape Studio di Seattle. Tad ha partecipato anche alla realizzazione di uno dei pezzi, suonando su “Dyne”
LINE UP
Andrea Paglione: vocals and guitars
// Marco Riboldi: bass
// Pino Foderaro: guitars
// Claudio Ciaccia: drums

per maggiori informazioni
https://shametheband.bandcamp.com/album/11-11-album
https://shameband.weebly.com/line-up.html
view post Posted: 30/3/2021, 21:29 intervista sul libro in catene "In Catene - I Giorni di Layne Staley e gli Alice In Chains" (Chinaski Edizioni). - Layne Staley - Tributo
per il sottoscritto è stata una sorpresa piacevole (premetto che non sono molto attivo nei social )ho trovato questa puntata di un paio di anni fa dove Morena Oro (nick mory scriveva tanti anni fa in questo forum fu una delle prime persone che fece dei ritratti disegni bellissimi su layne i quali oggi sono esposti uno a casa di nancy e altri nel sito della fondazione tributo layne ))conduce un programma radiofonico dal titolo "Dolce Far Niente" intervista giuseppe ciotta autore del libro In Catene - I Giorni di Layne Staley e gli Alice In Chains" (Chinaski Edizioni).



view post Posted: 29/3/2021, 23:27 Layne intervista tradotta in italiano - Layne Staley - Tributo
La stessa intervista fu postata anni fa qui nel forum oggi e'stata tradotta risale al periodo 1995 subito dopo tripod ultimo album con layne
view post Posted: 29/3/2021, 13:20 Speciale Layne Staley | Pt.1 - Layne Staley - Tributo
dopo tanti anni fa piacere che ancora oggi qualcuno ricordi la figura di layne staley giuseppe ciotta giornalista a redatto un libro biografia su layne staley qui un intervista https://riservaindie.blogspot.com/2021/02/...z9BwM47b06h6CuM
In questo Speciale Enrico Silvestrin coadiuvato da Federico Traversa, intervistano Giuseppe Ciotta, autore del libro succitato "In Catene" biocrafia incentrata sulla vita di Layne Staley, prossimamente la seconda parte sulcanale di e.silvestrin www.twitch.tv/enricosilvestrin?fbc...laGDgUeobBgkV9E
view post Posted: 20/3/2021, 20:11 Mountain Tamer - Rock-Funky-Pop-Rap-ecc
trio di Los Angeles- Santa Cruz.. sono 10 anni che suonano insieme
nel loro debutto omonimo del 2016 (anni prima hanno sfornato un paio di demo anni trascorsi tra esperienze dal vivo in compagnia di nomi come Fatso Jetson e Dead Meadow)) sotto l'etichetta Argonauta l passando poi a Nasoni e Magnetic Eye per il seguito Godfortune Dark Matters del 2018 recentemente sono finiti sotto le maglie della Heavy Psych Sounds per Psychosis Ritual del 2020 ...era quasi inevitabile che il passo successivo fosse quello di approdare su Heavy Psych Sounds Records, ovvero il sogno di qualunque band stoner/doom. quindi un bel cammino ... per maggiori informazioni www.facebook.com/MTNTMR
https://mtntmr.bandcamp.com/
view post Posted: 10/3/2021, 23:00 Anima da spremere - Hobby & hobby
Sarà disponibile la prima autobiografia italiana dedicata a John Frusciante dal titolo Anima Da Spremere – la musica di John Frusciante dentro e fuori i Red Hot Chili Peppers.

Il volume, composto da 400 pagine circa, sarà edito da Officina di Hank

autore Federico Francesco Falco (nasce a Roma nel 1985. Formatosi in Scienze Politiche e Webmarketing tra Italia e Francia, ha esordito auto-pubblicando la raccolta di racconti I 7 Mortacci di Roma ed è stato tra gli autori del libro Welcome to our World: Depeche Mode in Italia (Arcana Live). Scrive per la webzine Auralcrave e conduce il podcast “Radio Gidan –Racconti di musica (per chi ne abbia voglia!)” . Dal 2012 gestisce Josh-Klinghoffer.org (sito internet in tre lingue dedicato al musicista) e Red Hot Chili Peppers [Fan Italiani], il gruppo italiano di appassionati dei Peperoncini più grande di Facebook.)


Descrizione
I Red Hot Chili Peppers nella loro carriera si sono affidati all'estro di una decina di chitarristi, ma solo di uno ne hanno atteso il ritorno per ben due volte: John Frusciante. Un performer atipico, che ha fatto della sua innocente curiosità una ragione di vita artistica, trainante per la sua carriera e per quella dell'intera band, che ne fu condizionata anche nei periodi in cui il musicista era assente. Il libro racconta dettagliatamente il percorso individuale dell'artista, ma anche le ragioni che hanno reso speciale uno dei sodalizi più importanti degli ultimi quarant'anni della storia del rock. Le alchimie, le incomprensioni gli album e i concerti che hanno segnato la vita artistica di Frusciante, sia come solista sia come componente della formazione californiana.
si puo comprare on line su molti siti al costo di 17 euro
4605 replies since 13/9/2006