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Mad Season, Biografia - foto - recensioni - video

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SaraDC
view post Posted on 13/12/2006, 14:47




CITAZIONE (pastare @ 16/9/2006, 22:40)
Mad Season era il nome di un supergruppo grunge formato nel tardo 1994 dai membri di tre gruppi famosi di Seattle: Alice In Chains, Pearl Jam e Screaming Trees. Partecipò anche un amico di uno dei membri. La band duro solo il tempo per comporre un lP dal titolo" Above" che a mio avviso è tra i piu grandi e fantastici EP usciti negli anni 90 ....un lP che fa parte ed entra di diritto nella storia del rock .....
un lp da avere..... e soprattutto da ascoltare

Componenti
Layne Staley - Alice in Chains - voce, chitarra
Mike McCready - Pearl Jam - chitarra
John Baker Saunders - The Walkabouts - basso
Barrett Martin - Screaming Trees - batteria




Altri musicisti che hanno partecipato al progetto mad season
Mark Lanegan - Screaming Trees - Queens of the stone age - voce in Long Gone Day e I'm Above
Skerik - sassofono in Long Gone Day e I Don't Want to Be a Soldier



(IMG:http://img153.imageshack.us/img153/3007/madseasontabsep1.jpg)


Tracklist:
01. Wake up
02. X-ray mind
03. River of deceit
04. I'm above
05. Artificial red
06. Lifeless dead
07. I don't know anything
08. Long gone day
09. November hotel
10. All alone

.......................................................................................................................................
traduzione testi

The River Of Deceit[/color]
il fiume dell'inganno

il mio dolore è autoinflitto
almeno, così diceva il profeta
potrei bruciare entrambe
o tagliare via il mio orgoglio e trascorrere un po' di tempo
una testa piena di bugie è il peso
legato alla mia cintura

il fiume dell'inganno tira giù
l'unica direzione dove fluiamo è il basso
giù.. oh giù..

il mio dolore è autoinflitto
almeno credo sia così
potrei annegare entrambe
o strapparmi la pelle e nuotare verso la riva
ora posso crescere una bellissima conchiglia
da far vedere a tutti

il fiume dell'inganno tira giù
l'unica direzione dove fluiamo è il basso
giù.. oh giù..

il mio dolore è autoinflitto
il nostro dolore è autoinflitto

giù… oh giù
…………………………….........
Long Gone Day
Il lungo giorno che se ne è andato

Così tanto sangue, sto iniziando ad annegare
Scorre da freddo a più freddo
Di tanto in tanto il cielo è sceso
Per aiutarmi a perdere la mia strada
Lacrime e bugie come risposta
Tu e le vene aperte, Dio sa che me ne sono andato
Ragazza, voglio solo
Che tu scenda
Il Signore è una tempesta e io sono diretto verso la caduta
Questi peccati sono miei e ho fatto le cose sbagliate, oh piccola
Vieni giù
Lungo giorno che se n’è andato
Mmmm chi mai ha detto
Che noi siamo trascinati via con la pioggia

Ci incontriamo tutti di tanto in tanto
Non è così strano
Quanto siamo lontani adesso
Sono l’unico che ricorda quella estate
Oh, io ricordo
Ogni giorno in ogni momento quel luogo era sicuro
La musica che abbiamo fatto
Il vento ha trasportato via tutto quanto

Lungo giorno che se n’è andato
Mmmm chi mai ha detto
Che noi siamo trascinati via con la pioggia

Così tante lacrime, sto iniziando ad annegare
La pioggia è tutta scesa in paradiso
Cucchiai d’argento sono attaccati sulla corona
Quelli sfortunati sono infranti
Timori e bugie per risposta
Tu e le fiamme aperte
Dio sa che me ne sono andato
E voglio solo che tu sappia
Di venire giù, hmmm

Il Signore è una tempesta e io sono diretto verso la caduta
Questi peccati sono miei e ho fatto le cose sbagliate
Voglio solo che, oh, voglio solo che tu
Venga giù

Ho ancora paura, come allora, ho perso la mia strada
E grido a Dio di portare il mio giorno di sole
-------------------------------------------------------------------
I Don't Know Anything
Non so nulla

Non so nulla, non so nulla
Non so nulla, non so chi sono

Non so nulla, non so nulla
Non so nulla, non so chi essere

Perche dobbiamo vivere in così tanto odio oggi oh si
Perché le lotte e gli scontri, io sono sano (di mente), non lo so

Si

Non so nulla, non so nulla
Non so nulla, non so chi sono

Non so nulla, non so nulla
Non so nulla, non so chi essere

Perche dobbiamo vivere in così tanto odio oggi oh si
Perché le lotte e gli scontri, io sono sano (di mente), non lo so
Quando l’insegnante mi colpisce le mani col righello io rido
Mi segno e nascondo il conforto in scie di sangue, io amo

Non so nulla, non so nulla
Non so nulla, non so chi sono

Non so nulla, non so nulla
Non so nulla, non so chi essere

Perche dobbiamo vivere in così tanto odio oggi oh si
Perché le lotte e gli scontri, io sono sano (di mente), non lo so
Quando l’insegnante mi colpisce le mani col righello io rido
Mi segno e nascondo il conforto in scie di sangue, io amo
--------------------------------------------------------------------------

bellissimo progetto, ne è venuto fuori uno dei più bei capolavori di Seattle secondo me.

Edited by pastare - 24/5/2020, 14:16
 
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johnnydorelli1
view post Posted on 22/12/2006, 22:06




Ciao a tutti!
Per quanto riguarda i mad season vi consiglio questo sito (fatto da me): http://riverofdeceit.altervista.org
Contiene TUTTO SUI MAD SEASON tablature, testi , biografia, discografia, potrete lasciare commenti, leggere recensioni, ed anche qualche traduzione; sul mitico "Supergruppo grunge".
P.s Grandi Alice in the box!
Quando venite vicino a milano fatemelo sapere che vi vengo a vedere siete bravi, l'unica cosa è che il vostro cantante assomiglia di più (come timbro) ad axl rose (beh d'altronde dov'è che si puo trovare un altro come layne staley? è veramente difficile)

Emi
www.ilsitodiemiliano.tk

 
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view post Posted on 23/12/2006, 20:28
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complimenti per il tuo sito emiliano ;) .......cmq no non mi sembra che la voce di leo AITB assomigli ad axl . :( .....penso che questa cosa lo offenda anke perche come ai detto tu è difficile arrivare alle timbrike di layne e poi per un italiano è ancora piu complicato ma uno dei punti di forza della band è proprio lui .... image
 
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johnnydorelli1
view post Posted on 25/12/2006, 00:16




Ops mi sono sbagliato, il vero indirizzo del sito che ho fatto sui MAD SEASON è www.riverofdeceit.tk
Buon natale a tutti
Emi
www.ilsitodiemiliano.tk
 
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view post Posted on 28/12/2006, 11:59
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con le nostre e le tue di traduzioni testi ne sono rimaste poke da fare .... image
 
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WOULD?
view post Posted on 28/12/2006, 12:29




OOOPS MI SENTO TIRATO IN BALLO!!! image image

XME è GIA' UN PIACERE KE TI SIAMO PIACIUTI!!!
X LA VOCE LO CONSIDERO CMQUE UN COMPLIMENTO VISTO KE AXL LO REPUTO UN OTTIMA VOCE...E TI DIRò KE GIà ALTRE PERSONE MI HANNO FATTO LA STESSA "CRITICA" image image image image
 
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SaraDC
view post Posted on 28/12/2006, 21:40




assai assai caruccio il sito dei mad season, complimenti :)
 
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johnnydorelli1
view post Posted on 29/12/2006, 12:15




Grazie sara per i complimenti, e grazie anche a te would per la recensione (è una cosa un po difficile da realizzare),però chi lo sa, magari potrammo fare una serata dal vivo insieme, voi Alice in the box e noi Overfloaters (per esempio suonando in un locale a metà strada tra milano e bologna)
Intanto ne approfitto per scrivervi l'indirizzo del blog del mio gruppo, fatemi sapere poi cosa ne pensate!
www.myspace.com/overfloaterweb
Buon anno a tutti
 
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SaraDC
view post Posted on 29/12/2006, 14:29




grazie per il link ci faccio subito un giro...solo per il nome molto soundgardenioso mi ispirate già :D
 
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sarafusa
view post Posted on 29/12/2006, 17:06




Complimenti per il sito sui mad season!
Ti ho fatto la richiesta per essere miei amici su myspace..che dici, accetterai????

Rinnovo a tutti gli auguri di buone feste!
 
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johnnydorelli1
view post Posted on 30/12/2006, 01:08




Grazie ancora per i complimenti

ps sarafusa ho già accettato la richiesta :D
 
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view post Posted on 18/1/2007, 08:25
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altre foto del fotogrofo di cui ne ho parlato nel post m.love bone
image

Attached Image: mad_season.jpg

mad_season.jpg

 
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view post Posted on 19/6/2007, 19:04
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vi allego questa recensione ...
Mad Season
Above (Columbia 1995)
di Simone Coacci

Il mondo del rock è un dorato ologramma che proietta e rifrange le pulsioni ribellistiche della società di massa sullo schermo di quel drive-in ad orario continuato che è l’industria culturale.
Una pericolosa, lussuosa trincea in cui la strategia degli eserciti coinvolti si misura in termini di marce forzate lungo tournèe di proporzioni omeriche, parate adulatorie spinte fino al parossismo divistico più degradante, bombardamenti a tappeto di eccessi chimici, fisici e psicologici.
Premetto che a)codeste mie riflessioni lasceranno piuttosto indifferenti tutti coloro che pervicacemente coltivano il proprio orticello borghese, richiamando altresì le sollecite e barocche maledizioni di chi è appena rientrato a casa dopo otto ore di precario lavoro in fabbrica e che b) qua si rifugge peggio della peste da pietismi escatologici e comodi moralismi su un’anonima gioventù bruciata in stile Lucignolo, è bene in fine ricordare che z) certe considerazioni di ordine sociologico ci interessano nella misura in cui s’intarsiano nell’ordito dell’opera d’arte entrando a far parte dell’aura da cui traspira l’eterea grandezza della musica stessa.
E che musica! Musica rock nella sua essenza più pura, liberamente insufflata in una grana sonora spessa e spontanea, musica composta e suonata per il piacere di stare insieme e lenire l’animo dalle reciproche ferite, al di fuori della moda del momento, degli ingranaggi taglienti della domanda e dell’offerta, musica che scandisce uno struggente elogio all’amor fou e all’amicizia virile.
La storia che mi accingo a raccontare (come direbbe il caro Lucarelli, quello dei tre che non gioca a calcio...) parla di un chitarrista ricco, affermato e disilluso, Mike Mc Cready, allora come oggi mirabile solista nei Pearl Jam e di un bassista semi-sconosciuto nativo di Chicago, John Philip Saunders.
I due si incontrano, del tutto casualmente, in un centro per la riabilitazione di alcolisti e tossicodipendenti a Minneapolis, si fiutano, se la intendono e così, tra una noiosa seduta d’autocoscienza e una terapia di gruppo, inevitabilmente, i nostri si ritirano in privato a suonare e comporre musica;da lì a tirare dentro un vecchio amico che da quella clinica entra ed esce da anni il passo è breve: Layne Staley, il Lautreamont eroinomane degli Alice in Chains, non si limita ad intonare le proprie sillogi sulle basi che gli fanno ascoltare ma procura loro anche un batterista, Barrett Martin degli Screaming Trees, la qual cosa, naturalmente, finisce per stuzzicare l’interesse del leader del gruppo di quest’ultimo, Mark Lanegan.
Grazie a un pugno di valorosi nasce dunque l’idea del progetto che verrà chiamato dapprima Drugs Addicts And Alcoholics (coerente con le premesse, non vi pare?), quindi Gacey Bunch ed infine Mad Season. Per un po’ provano e suonano al Crocodile Cafè di Seattle, famoso locale gestito dalla moglie di Peter Buck dei R.e.m., quando la Columbia, avidamente attratta dai nomi eccellenti coinvolti nell’operazione, offre loro un contratto per un disco, intitolato Above, che uscirà nell’aprile del 1995.
Già con Wake Up, prima ansa nel corto alveo dell’opera, i quattro “compagni di sbronze” dimostrano come l’ispirazione sia la profilassi più efficace per drenare la “merda” dai loro cervelli intossicati: echi di Van Morrison e dei Traffic si mescolano a giocose reminescenze di Child inTime (specie nell’uso discreto e avvolgente dell’Hammond), mentre Staley innalza al cielo il primo inno all’amore sacro e maledetto per una dark lady chiamata eroina.
River of Deceit, traccia numero tre, la doppia inoculando nella venefica linfa 70’s/grunge del gruppo il dolce siero di una ballata le cui cuspidi di disperazione melodica sono brunite da un inebriante, nostalgico trip acustico abilmente concertato dal jingle-jangle della chitarra di Mc Cready. Nella parte centrale, poi, il climax è raggiunto in virtù di un trittico di portenti, in sequenza: I’m Above, Artificial Red e Lifeless Dead. La prima è una specie di efflorescenza del male che segna l’ingresso in scena del livido baritono di Lanegan a fare da controcanto al lavorio acuto e tormentoso della voce di Staley, un “lento” scorbutico e paludoso, melodico al tempo stesso, ricco com’è di richiami a Pearl Jam e Screaming Trees, in cui i deliziosi e minuti ricami di Mc Cready preludono, in mezzo a un crescendo affannoso e stantio, ad un ritornello dinamitardo innescato da uno Staley astioso con la bava alla bocca. Artificial Red, invece, può essere semplicemente descritta come il primo dei due grandi capolavori impressionisti contenuti nel disco: un episodio di magia nera che rievoca lo spirito sulfureo ed epicureo d’un Muddy Waters o d’un Robert Johnson bilanciando un giro blues da manuale pieno di svisate slide e di riverberi bayou.
Staley, in questo caso, più che uno shouter è una lacoontica, letteraria creatura, a metà fra il Faulkner più visionario e il Celine più debosciato, che concepisce il suo ultimo lamento avvinghiato alle lenzuola sudice di un bordello meticcio in Bourbon Street.
Completa la pala tripartita Lifeless Dead con un riff “sabbathiano” (in alcuni punti, assolutamente Snowblind) e un cantato che ci riporta al primo disco degli Alice, narrandoci la lugubre routine d’un amore tossico che si spegne sulla buia soglia che delimita “il confine della notte”.
Dopodichè la a tensione si allenta, le luci si affievoliscono, la campana dell’ultimo giro sovrasta il brusio dell’umanità varia e avariata evocata in I don’t know anything.
Il rumore di fondo che assedia le tempie scava comunque una nicchia tra le sinapsi intorpidite dove il gruppo può incastonare la seconda, ultima e inestimabile gemma di questo disco: ritmica caraibica baciata dal tinnio d’uno xilofono invisibile, giro di basso morbido e rotondo che sembra scolpito nell’ambra, poesia di ombre sfocate e visi familiari intravisti nel bianco dormiveglia d’un sonno etilico, Lanegan e Staley che scambiano un ultimo brindisi rimboccandosi il bicchiere a vicenda, tutto questo è Long Gone Day. La tregua è meritata e dopotutto un’altro giorno è alle spalle. Resta giusto il tempo di “auscultare” il tour de force di Mc Cready in November Hotel, un bruciante bolero per chitarra acustica, forse un po’ slegato dal resto dell’album, che lascia all’effimera All Alone il compito di rompere la quadriglia ponendo così fine all’agro baccanale.

P.S.: Questa è un’opera destinata, purtroppo, a restare figlia unica di madre vedova.Gli impegni dei vari componenti con i rispettivi gruppi di origine rese di fatto impossibile la genesi di un secondo capitolo. E magari è stato meglio così. Baker morirà di overdose nel 1999 e a tre anni di distanza anche Staley lo seguirà. Questa recensione è anche un sincero omaggio postumo a questi due valorosi “volontari” del rock da leggersi in attesa che il grande Magno di cui siamo tutti ospiti faccia definitivamente BOOM ricongiungendoci in un posto migliore. O in un nulla eterno. Il che non sarebbe poi tanto male, a pensarci bene, se almeno ci lasciassero liberi di fluttuare nella musica. Magari.
E magari, perchè no, proprio quella dei Mad Seas

 
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parcodio
view post Posted on 20/6/2007, 18:47




bella, il Conte di Lautréamont
 
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†LilNikyInChainS†
view post Posted on 12/3/2008, 19:22




CITAZIONE (angryman @ 6/10/2006, 12:42)
sopratutto la capigliatura del nostro buon profeta... :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:

Vero, vero, a me piace anche un casino il trucco, sembra una donzella :lol:
Comunque se vi va mi metto di buona lena e traduco qualche testo durante le vacenze di pasqua, che ne dite?
 
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88 replies since 16/9/2006, 22:40   1957 views
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