Che dire......il più grande album dell'intera scena di Seattle!!!
Scusate lo sfogo ma a mio avviso è l'album che meglio incarna lo spirito despresso e skizzofrenico del cosidetto "Sound of Seattle".
L'album esce il 29 Settembre del 1992 ed è prodotto dalla Columbia, la casa discografica che accompagnerà gli Alice in Chains per l'intera discografia.
Fu un successo sia da parte della critica che dal punto di vista commerciale (infatti vendette diversi milioni di copie) e consacrò per sempre gli Alice in Chains nell'Olimpo del Rock. Il sound è molto duro e pesante e i testi dell'album, così oscuro e dominato dai temi della solitudine e della dipendenza dall'eroina, diedero adito a voci per le quali Layne Staley fosse seriamente dipendente dall'eroina. Ora sappiamo che gran parte di queste voci erano vere.
Lalbum si apre con "Them Bones" una Sfuriata di Chitarra distorta ed una serie di Urla lamentose e laceranti che fanno ben intendere come si evolverà l'intero disco!!!
"Dam the river" è un pezzo pesante e veloce mentre "Rain when i Die" è un tetro presagio dai toni molto lamentosi.
Un pò di spazio per la melodia è lasciato a "Down in a hole" vera e propria pietra miliare per gli AIC...canzone che non da speranze e vie di fuga...
"Sickman", grandissimo pezzo "malato", chiude la prima parte molto dura dell'album e con "Rooster" abbiamo la seconda e potentissima ballata ispirata all'esperienza in Vietnam del padre di Jerry Cantrell. Magistrali le linee vocali usate da Layne in questo pezzo!!!
Arriva poi la mia preferita, "Junkhead" Il cui testo e tutto un dire..... ma la voce di Staley e i riff di Jerry sono incredibili e immortali!!!
"Dirt" La title track, è un vero e proprio inno alla paranoia, sia per la voce lamentosa che per il riff di chitarra e a mio avviso è L'inno dell'album.
"Godsmack", canzone da cui trarranno il nome appunto i Godsmack, ha un ritmo molto incalzante e ansioso ed è caratterizzata da un cantato "vibrante" a mio avviso molto originale!!!
Poi l'intermezzo strumentale e infernale "Iron Gland" sfalsa tutti i titoli successivi creando ulteriore confusione all'ascolto dell'album...idea molto azzeccata che sottolinea la skizzofrenia del loro periodo compositivo.
"Hate to fell" è il pezzo indubbiamente più strano del disco che parla degli eccessi delle feste dove andavano a suonare e dove i cambi di tempo radicali spezzano continuamente il sound rendendolo "Sballato".
Poi arriva l'oscurità vera e propria con "Angry Chair" pezzo epocale dove i duetti vocali di Staley e Cantrell sono al massimo splendore e l'unico colore che si vede mentre si ascolta il pezzo è il nero!!!
La degna chiusura all'album è affidata a "Would?", pezzo della colonna sonora del film Singles, che è la ciliegina sulla torta e che con queste parole conclude L'album:
If I Would Could You
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