Alternative Grunge Forum

eddie vedder

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 16/1/2013, 12:20
Avatar

amministratore forum

Group:
Administrator
Posts:
4,998
Location:
alternativegrunge forum

Status:


Di Patrick Doyle
Traduzione di Michela Bado

"Il tour sta andando molto bene ma chissà, potrebbe sempre peggiorare da un momento all'altro", scherza Eddie Vedder mentre sale sul suo tourbus in Texas. Siamo a Novembre e un'altra faccenda sta occupando i pensieri di Eddie: il caso dei West Menphis Three. Per oltre dieci anni e mezzo Vedder ha lavorato incessamente assieme a un gruppo di altri volontari, per il rilascio di Damien Echols, Jason Baldwin e Jessie Misskelley, imprigionati e condannati ancora ragazzi per l'omicidio di tre boy scout di 8 anni dell'Arkansas (a Echols fu sentenziata la condanna a morte). Un incubo durato 18 anni che, assieme al loro rilascio avvenuto nell'Agosto del 2011, viene raccontato passo dopo passo nel nuovo film West of Menphis diretto da Amy Berg e prodotto da Peter Jackson, pellicola che presenta nuove prove a sostegno dell'innocenza dei tre ragazzi. “Sono contento di vivere in un Paese in cui c'è ancora speranza”, dice Vedder. “Non posso nemmeno immaginare che cosa avrebbe significato veder Damien giustiziato”.

Tu eri là il giorno in cui Damien Echols, Jason Baldwin è Jessie Misskelley sono stati rilasciati. Che cosa hai provato?

"È stato come vedere nascere un figlio, ma, invece dei 9 mesi di attesa, ci sono voluti 18 anni (Ride, N.d.R.). Questa faccenda mi ha coinvolto per circa 15 anni e le ultime settimane sono state, probabilmente, uno dei periodi più angoscianti della mia vita; posso solo immaginare che cosa abbiano significato per loro. Ma il fatto che questa cosa sia accaduta e soprattutto il modo in cui è accaduta, è la prova che, se si ha determinazione e forza di volontà, possono davvero succedere miracoli. Ho imparato molto sui processi da questa esperienza che mi ha coinvolto in prima persona e ho visto le cose che non vanno di questo sistema che sembrano essere immutabili. Ho potuto scoprire anche come funziona il sistema carcerario e come le prigioni vengano corporatizzate e privatizzate.
Vedere le registrazioni di quando i ragazzi sono stati portati per la prima volta dal tribunale al carcere è impressionante: un'orda di persone furiose che urlavano e chiedevano la loro condanna a morte. Sembrava una scena tagliata dal film Frankenstein. Ed essere stato là il giorno della scarcerazione e vedere una folla ancora più grande urlare di gioia per il loro rilascio è stato, assieme al diventare padre, uno dei momenti più felici della mia vita".

Mi hai detto che ci sono voluti anni per documentarti sul caso. Hai sempre creduto nell'innocenza di Damien, Jason e Jessie?

"A essere sincero è successo in un momento ben preciso. Avevamo già raccolto un po' di fondi, era all'incirca il 2000/2001, i Pearl Jam erano fermi quell'anno, ma avevamo ancora bisogno di denaro per procedere con le investigazioni private e i testi del DNA. Dovevo iniziare a chiamare e cercare delle persone che potessero aiutarci con quanto avevamo raccolto fino ad allora. Fu in quel momento che andai a parlare con Damien. Dovevo chiederglielo guardandolo dritto negli occhi. La risposta che mi diede e la sua ferma convinzione furono decisivi, in quel momento capii che potevo credergli. Ovviamente, avrei fatto tutte le ricerche del caso, ma comunque restava il fatto che non avrei potuto saperlo con sicurezza assoluta. C'è una grande differenza tra credere in qualcosa e sapere qualcosa per certo e io avevo bisogno di credergli, sopratutto nel momento in cui stavo coinvolgendo altre persone, gente che si fidava di me. Glielo domandai faccia a faccia e la sua risposta pose fine ai miei dubbi".

Che cosa ti disse?

"Disse semplicemente 'No'. Ma fu il modo in cui lo disse, sono sicuro che continuò la frase, ma fu quel no a bastarmi".

Ci furono altri famosi musicisti coinvolti ma tu ti sei esposto molto di più in prima persona...
"Non è stato niente di particolarmente eroico. Per me è fondamentale poter dire di vivere in un Paese dove c'è ancora posto per la speranza. Non riesco nemmeno a immaginare cosa sarebbe potuto accadere se tutto questo non si fosse risolto come speravo e Damien fosse stato giustiziato. Sarebbe stata dura crescere i propri figli in un Paese dove sai che cose così possono accadere e che non c'è posto per la giustizia, anche quando riesci a ottenere i soldi per far fronte alle spese del processo. All'inizio, per combattere la condanna a morte di Damien, avevamo raccolto circa 2.300 dollari; poi c'erano i due ergastoli... alla fine si arrivò a un fondo totale che superò di molto il milione di dollari".

Ricordi il tuo primo incontro con Damien?
"Quando gli feci visita in carcere mi resi immediatamente conto di cosa significasse vivere quell'esperienza giorno dopo giorno. La prima volta accadde mentre ero in tour: passai il resto del tempo, tre settimane su un mese, a parte le ore dei concerti, rannicchiato in un angolo della mia stanza cercando di immedesimarmi in Damien per ricordarmi che dovevo risolvere il tutto e in fretta. Due anni dopo tornai a trovarlo e, questa volta, fu diverso. Erano stati fatti passi avanti nel caso, o comunque qualcosa mi faceva sentire che la situazione si stava per ribaltare. Fu come se una voce dentro me mi dicesse che dovevo uscire e testimoniare in suo nome e per il suo onore, che dovevo fare qualsiasi altra cosa per vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, perchè lui non aveva la mia stessa opportunità di farlo".

La confessione estorta a Jessie Misskelley fu un grave errore giudiziario...
"Se guardiamo a tutta la questione, ci sono diversi punti controversi. Tra questi, proprio le confessioni estorte o false. Uno degli avvocati, dovrei conoscerne il nome a memoria, dannazione!, ha scritto un libro intitolato False Confessioni. Riporta almeno 50 situazioni in cui si sono verificate. Può accadere, per esempio, che i genitori ammettano di avere ucciso i figli anche se non è andata così. Capita, anche se sembra una cosa impossibile. A un genitore dicono: “abbiamo visto la tua macchina, abbiamo foto che attestano che alle 4 del mattino hai fatto benzina; ciò dimostra che sei andato al distributore per avere un alibi e poter, poi, andare a buttare il cadavere di tua figlia nel fiume”. Dicono di avere le foto e, 14 ore dopo, appare un documento firmato dal padre che, confuso, ammette anche con un solo “mi pare di sì”... e il peggio è che la polizia, alla fine, non ha nessuna foto. È un crimine legalizzato mettere le persone nella condizione di dubitare di loro stesse, confondendole e facendole contraddire. Nel caso che vi ho raccontato, alla fine l'uomo è uscito, ma ci ha messo 5 anni. Scusate, vi sto dando risposte lunghe, ma ci sono centinaia di casi di false confessioni come queste, uomini d'affari o persone importanti per la comunità che si ritrovano in questi drammi.
Ed è quello che è accaduto anche a Jessie Misskelley: psicologicamente impreparata ad affrontare un tale situazione, le hanno fatto pressioni interrogandola per oltre 10 ore, forse addirittura 14"...
Dobbiamo tagliare purtroppo, intanto grazie per il tempo che ci hai dedicato. Se non sbaglio i Pearl Jam stanno lavorando a qualcosa di nuovo giusto?
"Sì, siamo a metà diciamo. Ci stiamo prendendo un po' di tempo. Ne parlavo prima con Jeff (Ament), ci stavamo scrivendo un paio di messaggi, è in giro con il suo gruppo adesso. Lui è diretto verso la West Coast mentre io vado ad Est. Siamo tutti in giro, anche Johnny Appleseed. A un certo punto dovremo per forza incontrarci da qualche parte, ma la band non è mai stata così unita; ogni tanto fa bene prendersi una piccola pausa l'uno dall'altro. Saremo pronti a tempo debito".


Hai già un'idea di come vorresti che fosse?
"Verrà da sè e sarà proprio come dovrà essere. Stiamo lavorando in sinergia in questi giorni ed è davvero il risultato di tutte le parti messe assieme. Non si tratta di uno di noi che dice agli altri: “queste sono le mie canzoni e così è come si dovrebbe suonare il tutto”. Dopo tutti questi anni, siamo giunti alla conclusione che, se ognuno mette il suo, il risultato non potrà che essere quello che vogliamo. E, certamente, avrà qualcosa di nuovo perché tutti siamo cresciuti in questi anni e continuiamo a cambiare".

Come ti senti dopo il risultato delle ultime elezioni presidenziali?
"Mi sento bene, alla grande direi. Ma questa è tutta un'altra storia".

Farai altri album da solista?
"Cavolo, devo proprio andare ora!".

Grazie Eddie!
"Mi farò risentire presto, promesso".
 
Web Contacts  Top
>grace<
view post Posted on 3/2/2013, 10:24




cresce quotidianamente la mia stima per Mr. Vedder: artista e persona straordinaria.
 
Top
1 replies since 16/1/2013, 12:20   90 views
  Share