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Mighty ReArranger robert plant e Strange Sensation.

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view post Posted on 17/3/2015, 17:41
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disco datato anno 2005 l'ascolto di quest'album è avvenuto dopo aver ascoltato una po' di uscite discografiche datate 2012-15 dove ho ascoltato delle buone cose come l'ultimo lavoro di j.white dal titolo lazzaretto e altre imbarazzanti come l'ultimo dei cickenfoot ,tornando al disco di plant devo dire che la sua carriera da solista è stato un raccontare se stesso disco dopo disco sperimentando suoni sempre nuovi ogni uscita discografica è stata sempre il continuo del lavoro precedente ...tra tutti i suoi lavori ritengo questo il piu interessante il piu bello, quanto un disco si fa ascoltare tutto di un fiato e una volta finito si riascolta tirate voi le conclusioni ..... “Mighty rearranger”, (il primo sotto l’egida di un’attivissima e avvedutissima Sanctuary Records), è un album di gran classe, frutto della sapienza di un cinquantasettenne (al momento di questo disco)perfettamente a proprio agio con un gruppo giovane, gli Strange Sensation.
E’ uno scambio che funziona sempre meglio: superato il rodaggio con “Dreamland”, oggi la formazione è compatta e, conscia del proprio privilegio, restituisce energia e freschezza in cambio di grandezza ed esperienza. Rispetto al precedente disco, questo – che continua su quella stessa strada: le radici blues, l’eco magrebina, il suono analogico, qualche puntata sul trip hop proveniente da Portishead e Massive Attack – è più equilibrato; laddove il tentativo di mescolare e accostare generi e tendenze a tratti poteva suonare… proprio come un tentativo, qui si trasforma in stile. Anche per questo la voce di Plant, che rende agli anni che passano quel che è giusto, non ne esce diminuita ma, in qualche modo, solo più saggia, calibrata; la potenza è conservata per dove serve veramente.
"Shine it all around", il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album, è forse la sintesi meglio riuscita di un viaggio visionario lungo quasi trent’anni, perché fonde così bene la solidità del rhythm and blues con quel gusto arabeggiante e nord africano che continua ad aleggiare tutto intorno. Tuttavia non è l’unica vetta del disco. L’eredità dei Led Zeppelin è racchiusa in un pezzo come “Dancing in Heaven”, l’imperscrutabilità e il fascino tuareg arrivano con “Somebody knocking” mentre gli anni ‘90 del trip hop sono toccati nel mantra di “Brother Ray”. E, se il testo del brano citato in apertura funge da personale manifesto artistico, il commento sociale è affidato ai cenni (se non ai titoli stessi) di “Another tribe” e “Freedom fries”, chiaramente influenzate dal dibattito diffuso sul conflitto culturale in atto tra mondo occidentale e cultura orientale.
Era da “No quarter” che non ritrovavo tanta qualità in questo grandissimo artista

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Edited by pastare - 18/3/2015, 19:14
 
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ignazioo
view post Posted on 17/3/2015, 20:40




quanto è uscito è stato per molto tempo nel mio lettore .....grande plant ;) .

dimenticavo e in tour insieme a lui e la sua band ci sono anche i pixies :D

Edited by ignazioo - 18/3/2015, 18:59
 
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1 replies since 17/3/2015, 17:29   52 views
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